Italiani a Londra, un pensatoio democratico per l’Italia della svolta

09 Mag 2005

London school of Economics and Political Sciences. Ore 6 pm, aula D602 nella storica Clement House Aldwych: lezione di società civile, democrazia e partecipazione. L’aula è stracolma per l’incontro pubblico – il primo – promosso dal circolo londinese di Libertà e Giustizia. Ci sono tanti italiani – studenti, imprenditori, professori, colletti bianchi, residenti temporanei o permanenti nel Regno Unito – ma anche inglesi curiosi di quanto accade in Italia. A richiamare tanta gente il tema: “L’Europa e le facce di una società che cambia. Riflessioni italiane a Londra” abbinato al prestigio dei relatori: l’attrice e commediografa Lella Costa, la giornalista di Repubblica Concita De Gregorio, il caporedattore del Financial Times Fred Kapner, il deputato diessino Katia Zanotti, in prima linea nella battaglia per una legge giusta sulla fecondazione artificiale e oggi impegnata nella campagna referendaria.

L’attrice Lella Costa è rimasta sopresa davanti a tanta gente tutta così attenta. Ha ricordato che in Italia ormai solo nelle piccole città di provincia si va ai dibattiti e quindi ha espresso l’augurio che si riparta da Londra a contagiare di nuovo le grandi città come Roma e Milano, un tempo realtà culturalmente trainanti e oggi anestetizzate davanti alla tv. “Di fronte a una società in continua evoluzione – spiega Lella Costa – questo governo sintetizza, semplifica, spinge verso l’omologazione in tutti i campi, bisogna essere tutti uguali, non sono previsto qualcosa di alternativo”.

Concita De Gregorio, giornalista di Repubblica, ha messo in evidenza le contraddizioni della società italiana intrecciando informazioni di prima mano da cronista politica con la sua esperienza diretta di madre di quattro figli e professionista superimpegnata nel lavoro.

“Siamo molto più indietro rispetto alla questione delle quote delle donne in politica – ha detto la giornalista – siamo a questioni molto più di base. Per esempio se la società, dopo lo smantellamento dei servizi pubblici sociali, sia o meno pensata per permettere alle donne di avere un lavoro uguale a quello degli uomini per impegno e quindi per remunerazione”. Concita si è soffermata anche sulle nuove povertà e sulle badanti che rimpiazzano un welfare smantellato ma, a causa della Bossi-Fini, non si possono regolarizzare.

“I vecchi sposano le badanti e non solo i vecchi” ha puntato il dito il parlamentare Ds Katia Zanotti . “Sono usanze che ricordano piaghe sociali da dopoguerra – ha dichiarato – ma purtroppo è spesso l’unico modo per non far rischiare l’espulsione di immigrati che fanno lavori che gli italiani non vogliono più fare e le strutture non sanno coprire. Del resto si vuole uniformare anche l’asilo nido alla cultura aziendale, rendendo le esigenze delle donne e della vita subalterne a quelle della produzione”. L’on. Zanotti ha toccato anche il tema dell’asse governo Berlusconi-gerarchia cattolica accusando i vertici ecclesiastici di aver barattato un ammorbidimento sulla guerra in Iraq in cambio della rigidità dogmatica della maggioranza in materia di fecondazione assistita.

Fred Kapner, caporedattore del Financial Times, ha puntato il dito sui vizi del sistema politico italiano, che rendono quasi impossibile qualunque ipotesi di cammino riformista anche per un eventuale governo di centrosinistra ma ha anche difeso il Welfare italiano in paragone a quello britannico.

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