E’ da anni che LeG e soprattutto il suo circolo milanese, si occupano dell’Expo 2015, dei rischi e delle opportunità che l’evento poteva comportare per la città di Milano e per l’intero Paese. Il verminaio venuto fuori nelle ultime ore con l’ordinanza di arresto per Primo Greganti, il compagno G già coinvolto nell’indagine Mani Pulite nel 1992, per Gianstefano Frigerio, arrestato ai tempi di Tangentopoli, ex capo della Dc milanese, poi passato a Forza Italia e il direttore dell’ufficio contratti dell’Esposizione di Milano, Angelo Paris, ci dicono che purtroppo eravamo stati facili profeti.
Ma l’Expo è ancora un’opportunità per Milano? si chiedevano in un incontro organizzato nell’aprile del 2009 da LeG a Villa Necchi, Federico Oliva, Luca Beltrami Gadola, Gae Aulenti, la presidente del Fai, Giulia Maria Crespi moderati dal direttore delle pagine milanesi di Repubblica Roberto Rho.
Un’altra Expo è possibile, scriveva in un articolo, sempre nell’aprile 2009, Stefano Pareglio, che insegna Economia ambientale all’Università Cattolica ed era all’epoca nel consiglio di direzione di LeG.
Nel maggio 2010, nel corso del forum MI2011, organizzato dal circolo di Milano, l’architetto Stefano Boeri, parlava di “Accordo truffa dell’Expo“.
Un anno fa, aprile 2013, nel corso della scuola di formazione politica a Pavia, dedicata ai temi della crisi economica e del lavoro, in una discussione aperta sul tema “Expo 2015: opportunità o spreco?”, il relatore Antonio Lareno Faccini, della Camera del Lavoro di Milano, chiese agli studenti quanto e se avesse ancora senso l’organizzazione di “grandi eventi” come Expo 2015. Sullo scetticismo dei presenti prevalse poi l’intento costruttivo ma con l’invito a tutti di vigilare. “La società civile ha il diritto ed il dovere di informarsi sulla gestione dell’Expo, per garantirne la compatibilità ambientale e soprattutto preservare l’evento dai pericoli della corruzione e dell’infiltrazione mafiosa“.