Care amiche e amici di Libertà e Giustizia,
nel ringraziarVi per la vostra sollecitazione, e per l’azione politica che avete svolto in questi anni difficili in cui la Costituzione repubblicana è stata sotto attacco, provo a svolgere una riflessione. Vorrete scusare la brevità delle mie argomentazioni, ma, come potete immaginare, la campagna elettorale mi obbliga a tempi contingentati.
Mi chiedete d’impegnarmi, laddove fossi eletto, a non apportare ulteriori modifiche alla Costituzione, quella che giustamente è stata definita <la più bella Costituzione del mondo>, e che tuttavia ha sofferto, soprattutto i questi ultimi anni, interventi tali da stravolgerne l’impianto originario: come quegli interventi di chirurgia plastica che vorrebbero ringiovanire un corpo che dolcemente sta invecchiando, ma che finiscono per creare delle abnormi e ridicole maschere. Dunque, nessuna modifica, mi scrivete. A ben vedere alcune modifiche vanno apportate, a mio avviso, per correggere gli interventi con cui il Governo Monti ha preteso d’introdurre il dogma del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale: d’imporre cioè una norma tipicamente aziendale e privatistica al governo del Paese. Ma il Paese non è un’azienda, e la Costituzione repubblicana non è il Codice di Diritto privato. Che si sia trattato di un intervento dettato dal Consesso europeo o meno, rimane il fatto che imporre questo imperativo categorico al Governo e agli Enti locali, finisce per aggredire proprio quello Stato sociale che, al contrario, è forse il più bel “regalo” che la Carta costituzionale ci ha fatto. Quindi interveniamo almeno qui, ma per dare nuovo lustro alla Costituzione, così come la vollero i Padri costituenti: un nuovo patto fra i cittadini, tutti, e fra le Forze che sedettero nell’Assemblea costituente e che non s’erano compromesse col Fascismo, per dare speranza al Paese prostrato dalla tragedia della guerra; per fare in modo che lo Stato non semplicemente sancisca il diritto dei cittadini alla ricerca della felicità, come si legge nella Costituzione degli Stati Uniti d’America, ma sancisca il diritto dei cittadini alla felicità.
Convengo con Voi che le modifiche non devono essere accompagnate da accordi che, impedendo il ricorso eventuale al referendum, finiscano per mortificarne lo spirito stesso di riforma costituzionale.
La Legge sul conflitto d’interesse e la sostituzione del “Porcellum” sono ormai interventi tanto necessari quanto vitali alla nostra Democrazia: la prossima legislatura da questo punto di vista, avrà di fatto natura costituente. Mi auguro che l’elettorato abbia consapevolezza piena di questo. Tutti quanti, le forze politiche del Centrosinistra che s’ispirano ai valori della Costituzione, e associazioni e movimenti, dobbiamo impegnarci a trasmettere questo messaggio: mai come in queste elezioni il Paese sta decidendo del proprio futuro.
Infine il riconoscimento dei diritti civili, nel rispetto della laicità dello Stato. Forse dovremmo dire, assieme, nella riaffermazione della laicità dello Stato, giacché questo mi pare uno dei valori contenuti nella Costituzione repubblicana che, come e più di altri, ha trovato scarsa attuazione nella nostra storia repubblicana. E si tratta di valori che ci vengono dalle radici della nostra Storia unitaria, dai Padri che fecero il Risorgimento e che morirono per l’Unità del Paese. Il diritto è concetto che deriva dal Diritto Romano, ma si deve attendere la Rivoluzione Francese per vedere l’estensione di questo concetto, almeno sul piano teorico e programmatico, a tutti i cittadini, per il solo fatto di essere tali. Sappiamo poi le battaglie che sono seguite nei due secoli successivi, e che sono tuttora in corso, perché questo principio non rimanesse solo sulla Carta, ma trovasse piena ed efficace realizzazione per tutte le classi sociali. Nella mia vita ho preso talmente sul serio questo principio, da arrivare, io credente, ad abbandonare la Chiesa cattolica ai cui valori sono stato educato, e da arrivare ad abbracciare la Confessione valdese, una comunità particolarmente attenta al rispetto della laicità dello Stato. Il mio impegno, se eletto, è alla riaffermazione di questo valore fondante della nostra Democrazia, è alla battaglia per il riconoscimento dei tanti diritti – a titolo di esempio il riconoscimento delle unioni civili eterosessuali o omosessuali, il diritto alla scelta di fine vita, l’accesso ai beni comuni, ecc. – diritti che oggi, nel nostro Paese, ancora attendono pieno riconoscimento.
* Candidato capolista alla Camera per Sinistra Ecologia Libertà, Circoscrizione Lombardia 2