Mentre i senatori Vannino Chiti e Stefano Ceccanti annunciano che la loro proposta di referendum di “indirizzo” sulla forma di governo (presidenzialismo o premierato alla tedesca) ha già raggiunto 35 firme (di cui 31 del gruppo Pd, tra cui si registra quella di Pietro Ichino), Roberto Zaccaria, deputato del Pd, costituzionalista, membro della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, rilascia alle agenzie la sua nota di disappunto:
“Non è infrequente che alla fine della legislatura si cerchi di trasformare la frustrazione per il mancato raggiungimento di obiettivi stravaganti e frettolosi di riforma costituzionale con il rilancio di improbabili Assemblee costituenti, proroghe fantasiose di mandati degli organi costituzionali e referendum di indirizzo non contemplati dalla nostra Costituzione. Non sfugge che questo tentativo sia solo una patetica fuga in avanti dettata dalla fine del mandato legislativo.
Ci si potrebbe abbondantemente accontentare della positiva riforma costituzionale dell’art.81 Cost. e del principio dell’equilibrio di bilancio che il Parlamento, con un’amplissima maggioranza, ha introdotto nella nostra Costituzione. Inoltre, nel breve scorcio di legislatura che resta, si potrebbe concentrare l’attenzione su due sole questioni di ampia condivisione parlamentare (stando almeno alle dichiarazioni formali) e cioe’ la riduzione del numero dei parlamentari e l’abbassamento dell’ età per l’elettorato passivo alla Camera e per quello attivo e passivo del Senato. E’ certo che le modifiche più o meno ampie della Costituzione, a questo punto, sono necessariamente affidate al Parlamento che verra’ eletto nel 2013, con le procedure dell’art. 138 della Costituzione e senza altre alchimie“.
Non dimentichiamo uno dei rischi più grandi del referendum d’indirizzo: l’opzione presidenzialista sarebbe cavalcata lancia in resta dai berluscones in cerca di un’occasione di rilancio, facendo leva sull’indubbia suggestione che l’elezione diretta del capo dello Stato suscita nell’elettorato. Rischierebbe di crearsi così un trampolino per un Berlusconi ormai appiedato dalla politica e dalla storia. Per dirla alla Moretti, vogliamo continuare “a farci del male?” Smettiamola con questi giochetti pericolosi con la Costituzione.
REFERENDUM per scegliere tra presidenzialismo o premierato alla tedesca?
Ma quanti cittadini (anche quelli normalmente informati: non la “massaia di Voghera”) hanno un quadro sufficientemente profondo sui sistemi di governo? Ma per andare a votare (N.B.: A VOTARE, NON A BUTTARE I DADI!) dovremmo leggerci prima qualche testo di scienza della politica o di diritto costituzionale comparato? Oppure tirare ad indovinare, scegliendo l’alternativa tra quelle proposte, che, a naso, ci pare più simpatica?
Quando vado a votare scelgo tra PROPOSTE che i PARTITI mi pongono; eleggo candidati che I PARTITI hanno il compito e il dovere di vagliare e proporre all’elettorato.
Se c’è da riformare la Costituzione, è all’interno dei PARTITI (che dovrebbero essere luoghi di confronto tra persone aventi in comune un patrimonio di valori e dotate di specifica, profonda preparazione nelle materie specifiche) che dovrebbero essere costruite le proposte da sottoporre allle scelte degli elettori.
E invece, i PARTITI, incapaci di proporre candidature, chiamano i militanti appe “Primarie”; incapaci di elaborare e produrre proposte politiche complesse per risolvere problemi complessi, chiamano al referndum la popolazione per farsi dire quali scelte adottare.
Ma, allora, a che cosa servono ancora questi benedetti partiti (si fa per dire) “politici” se non sanno più neanche selezionare candidati e elaborare proposte di legge?
Qui ormai siamo come se un malato, chiamato il medico si sentisse da lui proporre di chiedere consiglio ai familiari o al condominio prima di scrivere una ricetta! Credete così che il malato avrebbe qualche chance di guarigione?