La democrazia sale in cattedra. Si intitola “La costituzione in mano” ed è una serie di lezioni nelle scuole sui principi fondamentali della Carta costituzionale. La promuove l´associazione Libertà e Giustizia, che ha chiamato a illustrare i cardini del nostro vivere civile magistrati e avvocati, professori e giuristi come Gustavo Zagrebelsky e Gian Carlo Caselli, Andrea Giorgis e Marcello Maddalena. Proprio quest´ultimo ha tenuto la lezione di ieri al Darwin: «Questi studenti – dice – sono una bella sorpresa». «SIAMO CONTENTI DI PAGARE LE TASSE». È IL TITOLO – non ironico, precisano i promotori – del dibattito che domani sera alle 20.45 l´associazione Libertà e Giustizia organizza, sugli attualissimi temi dell´equità e dell´onestà fiscale, nella Sala delle Colonne della Cascina Marchesa, in corso Vercelli 141/7. Di questo argomento cruciale, terreno di dispute tra chi dice che «lo Stato non deve mettere le mani nelle tasche degli italiani» e chi pensa che «le tasse sono bellissime», sono chiamati a parlare Rossella Orlandi dell´Agenzia delle Entrate (“L´evasione fiscale nella nostra regione”), l´ex procuratore Bruno Tinti (“Pagare le tasse è un diritto”) e il tributarista Alberto Marcheselli (“L´articolo 53 della Costituzione”).
Quello sulle tasse è uno degli otto capitoli in cui si articola il progetto “La Costituzione in mano. Un articolo al giorno”, una serie di lezioni nelle scuole superiori torinesi (e anche due medie) che Libertà e Giustizia dedica, con magistrati e giuristi di alto profilo, ai principi cardine della Carta fondamentale. Si va dalla sovranità all´eguaglianza, dalle imposte all´utilità sociale dell´impresa, dal lavoro alla salute, dall´istruzione al modo di scongiurare la dittatura che, spiega Gustavo Zagrebelsky, «non nasce in un secondo».
L´iniziativa, voluta in un momento di attacco ai valori costituzionali, è possibile grazie al contributo della Fondazione Dalmazzo e della Compagnia di San Paolo, mentre le copie della Costituzione distribuite agli studenti sono offerte dal Comune di Torino. Già iniziate in alcune scuole nelle scorse settimane, le lezioni hanno sorpreso gli stessi organizzatori: «Eravamo preoccupati, temevamo che gli studenti si sarebbero annoiati. E invece abbiamo scoperto un´attenzione e una passione insospettate».
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