Il problema che le forze politiche di maggioranza dovranno affrontare è quello legato alla sostenibilità per il sistema Italia di un altro lungo anno senza che si metta mano alla ricostruzione del Paese. La soluzione è nelle mani di Berlusconi e dei suoi alleati. Quali sono, secondo voi, le cose che il governo dovrebbe fare o non fare per rendere meno disastrosa l’attesa delle prossime elezioni? Dite la vostra sul blog.
Ecco come la pensano i politici
Luciano Violante, capogruppo Ds alla Camera: Se sono capaci di governare lo facciano, altrimenti prima se ne vanno e meglio è; ma noi non faremo nessun imbroglio con pezzi della maggioranza per far cadere il governo. L’ipotesi di votare a ottobre certo creerebbe problemi riguardo l’approvazione della finanziaria, con il rischio di andare all’esercizio provvisorio. Ma comunque si potrebbe votare e poi fare una sessione di bilancio ridotta, non sarebbe la prima volta. Il principio da seguire è quello, dice Violante “di evitare che il paese precipiti ancora più in basso. Che si voti a giugno o a ottobre l’importante è evitare un anno di campagna elettorale lacerante per la Cdl che rischia di logorare il paese. Bisogna recuperare un senso di responsabilità e sarebbe opportuno che si adoperi questa linea. Noi abbiamo detto che siamo disponibili al confronto su temi economici e finanziari; poi se una parte della maggioranza dovesse sostenere in Parlamento nostre posizioni bene, ma non ci presteremo a trappole per far cadere il governo con altri partiti della Cdl.
Non ci sono spazi per intese che affossino il governo. Il governo – conclude – si affosserà da solo.
Ugo Intini, capogruppo Sdi alla Camera: E’ la maggioranza di governo che deve indicare il calendario. Se è capace di governare, senza lasciare il Paese in un anno di agonia, governi. Se no, si vada alle elezioni. Le elezioni a ottobre? significherebbe che il governo vuole evitare di presentare la finanziaria, quindi di presentare dei conti che non tornano. Altro grande ostacolo sono le riforme. La Lega non rinuncia alla devolution, ma An e Udc difficilmente possono tollerare la devolution in questo contesto…
Cesare Salvi, Ds: E’ necessario parlamentarizzare la crisi. Anche se la decisione della maggioranza sarebbe, probabilmente, quella di difendere il Governo, penso che bisognerebbe chiedere un dibattito parlamentare, con la presentazione di una mozione di sfiducia. Di fronte ad un documento di sfiducia in Parlamento Berlusconi dovrebbe, in pochi giorni, trovare un’agenda di cose da fare il prossimo anno. In caso contrario, dovrebbe dimettersi e aprire la crisi, perché il Paese non può correre il rischio di vivere con un Governo in perenne verifica.
Dario Franceschini, coordinatore della Margherita: Saggezza vorrebbe che se non ce la fanno a governare si facciano da parte. Meglio elezioni anticipate di un anno di agonia. Temo invece che avremo un lungo anno di ingovernabilità, inefficienza, con tensioni e scontri, e lasceranno una economia stremata.
Vannino Chiti, coordinatore della segreteria Ds: Una mozione di sfiducia avrebbe come unico effetto non quello di accentuare le divisioni della destra, ma di farla ricompattare. Bisogna lavorare sulla politica e sulle proposte, lasciando da parte la propaganda. Dobbiamo prepararci a governare l’Italia. Ora non chiediamo formalmente le dimissioni del Governo. Naturalmente, se esploderanno contraddizioni e divisioni pesanti e se ci sarà una paralisi dell’azione di governo sarebbe l’esecutivo stesso a essere incapace di andare avanti. Innanzitutto chiediamo al centrodestra di non procedere unilateralmente sulle riforme costituzionali e sulla modifica di regole come la legge elettorale e la par condicio. Abbiamo sfidato il Governo a presentare delle proposte che abbiano al centro lo sviluppo dell’Italia.
Guardiamo agli interessi dell’Italia. Abbiamo stabilito un patto di serietà con gli italiani. L’Unione e Prodi hanno avvertito tutti i cittadini che il 3 e 4 aprile non si votava per eleggere il Parlamento. I leader del Centrosinistra sono persone serie e affidabili, perché mantengono quanto detto. Comunque – conclude – non staremo alla finestra e incalzeremo il Governo in tutti i modi.