Il Sindaco e la Dama di Picche

01 Mar 2022

“Fanno -disse- queste cose molto meglio in Francia”. E così dicendo, cominciò a buttare alcune paia di calzoni nella sua valigia, uscì, prese la diligenza per Dover; da Dover, il battello di linea per Calais. A Calais si recò in un albergo che già conosceva, dove ebbe alcuni famosi incontri: con una disinvolta Signora belga, con un frate francescano dell’ordine dei mendicanti…così si entra nel modo avventuroso del Sentimental Journey di Laurence Sterne.

Non lo rileggo da una ventina d’anni, e qualche particolare di ciò che sto raccontando può essere inesatto. Ma intendo senza attendere oltre venire al dunque. Dunque, tra la Gran Bretagna e la Francia era in corso una guerra. Non è chiaro se Sterne lo sapesse prima di partire. Né dove in Francia lo apprese: se ad esempio dalla disinvolta Signora belga che invitò a viaggiare nella sua carrozza. Non aveva trovato alcun divieto di partire a Dover, e nessuno di arrivare a Calais.

L’oste poi lo accolse festosamente. In ogni caso arrivato a Parigi fece richiesta di un passaporto, ossia, di un permesso di soggiornare in Francia nonostante la guerra. Fu accolto dal Ministro in persona, sul cui tavolo vide i volumi, uno sopra l’altro, del Tristram Shandy. Il Ministro, come quasi tutta la Parigi che contava, era un suo lettore e ammiratore. Nessuno di quelli che accolsero Laurence Sterne, dal Ministro in giù, chiese mai allo scrittore di pronunciarsi sulla guerra.

Perché ricordo tutto questo? Dopo tutto l’Italia non è in guerra con la Russia, e nemmeno il Comune di Milano lo è. Il governo italiano giudica negativamente l’aggressione della Russia all’Ucraina, non il comportamento dei singoli cittadini russi. Eppure, il Sindaco, persona di solito sensata ed equilibrata, ha espresso l’intenzione di rimuovere dal suo attuale ruolo di direttore dell’orchestra della Scala durante le recite della Dama di Picche il maestro Valery Gergiev, di nazionalità russa e per di più supposto amico del Presidente (a vita) Putin, se non dichiara di condannare l’aggressione del suo paese all’Ucraina.

Ma c’è in questo qualcosa di incongruo, anche se non è facile identificarne la natura esatta. Forse il punto principale riguarda la natura del contratto, non di quello che Gergiev e La Scala hanno firmato, ma del contratto in generale. Esso vincola i contraenti a prestazione e controprestazione, e non si estende ad altre caratteristiche personali o biografiche dei contraenti. Ai fini dell’adempimento del contratto esse sono totalmente irrilevanti.

Oppure si può guardare la cosa da un altro punto di vista. Se la colpa di Gergiev fosse di essere russo, altri artisti impegnati nella Dama di Picche lo sono: ad esempio Evgenij Akimov. tenore, o Julia Gertseva, mezzosoprano. Allora la sua colpa è di essere un supposto amico di Putin, o il cittadino russo che ha la posizione di maggior autorevolezza nell’esecuzione della Dama di Picche? Parrebbero esserci in questa minaccia del Sindaco Sala alcuni presupposti non dichiarati. Come se qualcuno tra il Maestro e il Sindaco avesse estratto una carta sbagliata.

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