Covid e politica, la mappa Usa e i danni di Trump

22 Set 2021

Fabrizio Tonello

Lo studio dell’università dello Utah. Le opinioni politiche sono la variabile più importante che spiega i casi di contagio e di morte. Dove l’ex presidente ha ottenuto più voti ci sono più morti perché la questione è stata fortemente politicizzata da un partito repubblicano che ha scelto la bandiera del negazionismo.

«Condizioni preesistenti»: questa è stata la parolina magica nella prima fase dell’epidemia: si ammalavano e morivano i vecchi, i diabetici, i cardiopatici, le persone con problemi respiratori. Poi si è capito che il Covid-19 era ben più pericoloso di un raffreddore o di un’influenza, checché ne dicessero Trump, Bolsonaro e Salvini. Oggi sappiamo che durante un’epidemia, le opinioni politiche hanno conseguenze.

Uno studio del Western Rural Development Center dell’università dello Utah non solo ha individuato un legame tra la politica e i casi Covid-19 ma ha dimostrato che negli Stati uniti le opinioni politiche sono la variabile più importante che spiega i casi di contagio e di morte. Dove Trump ha ottenuto più voti ci sono più morti perché la questione è stata fortemente politicizzata da un partito repubblicano che ha scelto la bandiera del negazionismo, spacciando il rifiuto di mascherine e vaccini per affermazioni di libertà individuale. La mappa del voto per i repubblicani in occasione delle elezioni del 2020 coincide perfettamente con la mappa degli stati e delle contee più colpite.

Per esempio, nel 2020 Biden ha ottenuto il 66% dei voti nel Vermont. Oggi il 66% degli abitanti del Vermont sono completamente vaccinati. In Minnesota, Biden ha ottenuto il 52% dei voti ed esattamente il 52% della popolazione ad oggi è stata vaccinata con una seconda dose. Al contrario, In Idaho, Trump ha ottenuto il 64% dei voti e fino ad oggi il 64% degli abitanti ha scelto di non vaccinarsi. Trump ha ottenuto il 65% dei voti in Oklahoma dove il 61% dei residenti non sono ancora completamente vaccinati.

Secondo Don Albrecht, l’autore della ricerca, l’incapacità o la non volontà di seguire i consigli dei medici ha provocato un’ondata di persone che si sono ammalate inutilmente, spingendo gli ospedali e il loro staff di medici e infermieri al punto di rottura. I tassi di infezione stanno salendo vertiginosamente in Kentucky, Georgia e Tennessee, alimentati dalla riapertura delle scuole, dalle restrizioni nell’uso delle mascherine e dalle basse percentuali di vaccinazione. Lo stato di Washington e lo Utah hanno dovuto annullare centinaia di interventi chirurgici programmati negli ospedali a causa dell’urgenza di trattare i nuovi casi di Covid-19. In stati come il Texas e la Florida, i cui governatori hanno addirittura vietato l’uso delle mascherine nei luoghi pubblici il numero di casi è esploso. Nonostante i nuovi farmaci, dove non ci si vaccina la morte di migliaia di persone è ancora la realtà quotidiana negli Stati uniti: il 17 settembre i decessi sono stati 1.823. Se nel giugno scorso si registravano circa 15.000 nuovi contagi al giorno, oggi se ne registrano circa 150.000 nonostante il fatto che il 76% degli adulti abbiano ricevuto almeno una dose di vaccino.

Non occorre andare troppo lontano per spiegare il fenomeno: Trump e i suoi seguaci hanno fatto e fanno del loro meglio per amplificare i dubbi e la sfiducia nella medicina. La scelta di vaccinarsi o no, di rispettare precauzioni minime nei luoghi pubblici come le scuole, di evitare gli assembramenti è diventata un simbolo di appartenenza politica, con le zone a maggioranza repubblicana che si sono trasformate in brodi di cultura del virus.

È opportuno ricordare che l’ex presidente non solo era stato colpito da una polmonite causata dal

Covid-19 durante il suo mandato, nel 2020, ma anche ha deciso successivamente di vaccinarsi.

Eppure, il potere della propaganda su Fox News, Newsmax e Breitbart News è stato tale che quando lo stesso Trump ha detto, nel corso di un recente comizio, «Vaccinatevi!» i suoi sostenitori lo hanno fischiato, cosa mai accaduta nei sei anni che ha passato sulla scena politica.

Fino ad oggi gli Stati uniti hanno registrato ufficialmente 670.000 decessi causati dall’epidemia. Si tratta di una cifra che supera le perdite registrate nella Prima guerra mondiale, nella Seconda guerra mondiale, nella guerra di Corea e nella guerra del Vietnam messe insieme. Apparentemente neppure questo è sufficiente per convincere i no-vax che si tratta davvero di una questione di vita e di morte.

IL NUOVO MANIFESTO, 21 settembre 2021

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