Contro la falsificazione del recente passato

15 Lug 2020

Redazione

15 luglio 2020

In questi giorni capita di leggere, con sempre maggiore sconcerto, prese di posizione favorevoli ad una rivisitazione in senso positivo della persona e dell’opera di Silvio Berlusconi. Sentiamo l’esigenza, come cittadini e soci di Libertà e Giustizia, di dissentire vigorosamente da questa tardiva e francamente ingiustificata sottovalutazione dei formidabili guasti culturali e politici che l’ingresso in politica di Berlusconi ha comportato per il nostro paese: vogliamo ricordare la legittimazione dell’evasione fiscale? La pervasiva corruzione a tutti i livelli della vita pubblica? L’uso mercificante del corpo della donna in politica?

L’asservimento del Parlamento alle vicende personali del capo? L’assenza totale di una visione per lo sviluppo del paese, con le conseguenze di arretratezza e stagnazione che sono divenute evidenti a tutti, tanto da parlare ormai di “ventennio perso” per l’Italia? Il clamoroso monopolio sulla tv privata e il conflitto tra gli interessi personali del capo e l’interesse del paese ad un’informazione indipendente e pluralista?

Cosa induce oggi anziani esponenti politici e non a “rivalutare” Berlusconi? E, simmetricamente, ad attaccare il governo presieduto da Giuseppe Conte? Una cosa appare chiara: tanto zelo revisionista è funzionale ad un cambio di maggioranza.

E allora ci si consenta di dissociare la nostra voce di cittadini e soci di Libertà e Giustizia da questo intollerabile andazzo e dalle trame in corso, finalizzate ad uno spostamento a destra della maggioranza e al siluramento dell’attuale governo.

Non solo: vogliamo anzi manifestare la nostra solidarietà per Conte e il governo che guida, per l’immane lavoro svolto in questi mesi di fronte ad un’emergenza spaventosa ed inedita, per la riconquistata presentabilità dell’Italia nel contesto internazionale, per il tentativo di agire al meglio nell’interesse pubblico con uno sforzo importante per indirizzare la politica europea ad affrontare unita la crisi socio-economica provocata dalla pandemia, per la relativa indipendenza dalle segreterie di partiti che, benchè oggi sia un pregio, gli viene invece rimproverata.

Libertà e Giustizia

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