Make America think again

01 Feb 2017

Roberta De Monticelli Consiglio di Presidenza Libertà e Giustizia

Ma cosa avrà visto Saviano, quando ha partecipato alla marcia di New York? Oppure era a Washington? Mi pare una riflessione, oltre che passabilmente sgangherata, basata su uno sguardo molto distratto. O perlomeno privo di un’attenzione più che superficiale. Privo di serietà.

E mi dispiace dirlo, perché Saviano ha avuto un ruolo importante nell’informazione in Italia in questi anni. Ma come si fa a dire che il milione e più di persone sfilate a New York “hanno avuto un sapore antico, d’archivio”? Ma qualcuno ci spiega cosa diamine vuol dire questa frase? Siccome tutta la retorica del suo pezzo è costruita sull’opposizione fra la “novità” di Trump – spaventosa, certo, ma poiché nuova comunque vincente – e la “vecchiezza” dei manifestanti, anche quelli più giovani, avrà voluto dire (ipotizzo, perché il pensiero è tutto fuorché chiaro, e sembra godere dell’ambiguità morale in cui sguazza), che questi oppositori di Trump, insieme con i quali ha sfilato, devono rifarsi il look e aggiornare le loro manifestazioni? E che senso può avere questa tesi? Guardate in cosa consiste il “nuovo” di Trump secondo lui: “un eloquio banale, nessuna spiegazione…nessuna argomentazione. E questa è la rivoluzione che sta realizzando”. E allora? I manifestanti cosa dovevano fare, adeguarsi? Naturalmente per non essere infame questa tesi dev’essere ironica, cioè voler dire il contrario. Ma allora, se ci pensate bene, non dice niente. Dice che il “nuovo” è orrendo e il vecchio è giusto – se per “vecchio” intendiamo il minimo sindacale di decenza morale e democratica, leggi i diritti umani e civili che i manifestanti difendevano. E c’era bisogno di dirlo in modo così contorto? Oppure la tesi non è ironica: e allora il sospetto di ironia serve a velare – mi scuso – la nefandezza della tesi. Adeguarsi al “nuovo”, bisognava.

Questo, a voler stare al gioco del “nuovo” e del vecchio, che Saviano vuole indurci a giocare. Ma ci può spiegare dove sarebbe la “novità” di questo bancarottaro razzista, che sta imbarazzando l’America intera, con i suoi cialtroneschi e compulsivi twit, reagendo come un forsennato alla qualunque frase per lui irritante che gli capiti a tiro di telecomando nelle sue notti passate a guardare il televisore, dietro la scrivania da cui era supposto governare il mondo? Quest’uomo visibilmente inadeguato, la cui inadeguatezza non gli impedirà di aumentare in misura incalcolabile il male che divora questa nostra terra, tutt’intera? Dove sarebbe la “novità” di liberare in sé e negli altri gli istinti più ferini, invece di aiutarci a proseguire il faticoso lavoro della civiltà e della ragione?

Caro Saviano, la prossima volta guardi più attentamente intorno a lei. Fra il mille cartelli più luminosi, più limpidi, e più lampanti della sua meditazione, eccone uno che speriamo le dia materia per un pezzo migliore: “Make America think again!”

1 febbraio 2017

 

Nata a Pavia il 2 aprile 1952, è una filosofa italiana. Ha studiato alla Normale di Pisa, dove si è laureata nel 1976 con una tesi su Edmund Husserl.

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