Qual è il rapporto tra renzismo ed etica?
La risposta a questa domanda spacca il Paese in due: gli antirenziani pensano che quel rapporto sia per lo meno ambiguo; i renziani pensano che la domanda sia mal posta, irrilevante, o maliziosa.
«L’Italia è ferma da anni. Siamo convinti di ciò che stiamo facendo e non ci fermeremo davanti a chi dice sempre e solo no. La musica con noi è cambiata», dice Renzi. E aggiunge: «Sbloccare l’Italia dalla burocrazia, dalle risorse ferme negli angoli del bilancio, della paura degli amministratori e dei dirigenti, dalle incertezze del governo centrale: questo l’obiettivo che ci eravamo dati due anni fa e che continuiamo ad avere in testa».
È la filosofia dello Sblocca Italia, che permette di ‘fare’ abbattendo drasticamente i controlli su come si ‘fa’. E questo è il punto: perchè non c’è dubbio che il Paese debba ripartire, ma il sospetto è che si vogliano invece far ripartire solo gli affari di una cerchia di amici. Modello Tempa Rossa, insomma.
Quando fu approvato, la Banca d’Italia fece notare, in un’audizione formale alla Camera, che «il disegno di legge Sblocca Italia fa ricorso, per accelerare la realizzazione di infrastrutture, a deroghe alla disciplina ordinaria che possono comportare rischi in termini di costi e tempi di esecuzione delle opere, nonché di vulnerabilità alla corruzione». A queste obiezioni la risposta è stato il solito mantra: «non ci fermeremo davanti a chi dice sempre e solo no». E quando le inchieste di Potenza sul petrolio hanno dato ragione a Bankitalia, Renzi ha insistito: «Siamo governo che sblocca le opere, se è reato io l’ho commesso».
Che questo venga ripetuto dai ministri, dal partito, dai commentatori allineati: ebbene, lo si può capire. Ma quando arriva a dirlo il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche appena nominato dal governo: beh, significa che la classe dirigente italiana, adusa da secoli a servire, ha ormai metabolizzato fino in fondo il linguaggio dei nuovi padroni. E, come sempre succede in questi casi, il cortigiano ultimo arrivato è maldestramente esplicito, e finisce col dire a chiare lettere ciò che invece si dovrebbe solo sottintendere: «dobbiamo fare andare avanti l’Italia senza pensare a principi etici». Il dono della chiarezza, finalmente: come sottolinea Enzo Boschi, in un ritratto al vetriolo del collega scienziato.
Ecco svelata la visione delle cose che sorregge lo Sblocca Italia e alimenta la sua retorica: una visione secondo la quale finora l’Italia sarebbe stata frenata non dalla corruzione, ma dall’etica. Un’analisi curiosa, per un Paese che, nelle classifiche sulla corruzione, sta fuori di ogni media europea, e anzi è messo peggio di Namibia o Ghana.
Ma nulla: «dobbiamo fare andare avanti l’Italia senza pensare a principi etici». Che lo dica colui che presiede anche la commissione per l’etica della ricerca è un segnale drammatico per la comunità scientifica italiana: ma soprattutto è preoccupante il fatto che (quasi) nessuno trovi mostruose queste parole, mentre contemporaneamente fanno scandalo quelle normalissime del presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Piercamillo Davigo.
Silenzio: «dobbiamo fare andare avanti l’Italia senza pensare a principi etici». L’obiettivo è raggiungere la Somalia e la Corea del Nord, che guidano la classifica dei paesi più corrotti. Niente paura: se non disturbiamo i manovratori, ce la faremo.
Illustre prof Montanari e colleghi,
se l’elite cuturale del Paese si limita a lanciare allarmi ripetutamente nei lustri dall’alto delle cattedre, se la mitezza della cultura si ritrae, e continua a ritrarsi davanti all’aggressività della politica, che bara e che non vale, se l’eccellenza della società civile non si propone, cosa può fare l’elettore più che astenersi dal voto (61% alle regionali emiliane) anche considerando che al 47% è analfabeta funzionale?
Il popolo anlfabeta e ignrante cosa può fare senza una guida che sappia dove portarlo e come?
Scendete dalle cattedre, ma non per portarci nelle trincee referendarie dove farci seppellire dal PdC con la sua potenza massmediatica e i facili slogans offerti alla sua ablità propagandistica! Si può fare altro di molto meglio!
“I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni efficaci.” (Mahatma Gandhi)
“COSTRUIRE LA RIVOLUZIONE
Attualità, Primo Piano | 16 giugno 2011 | 47 commenti| di Sandra Bonsanti
“…Cambiamola questa nostra Italia. Facciamola nuova. Non ricostruiamo macerie su macerie.
Si chiama, in gergo tecnico politico, “rivoluzione”. Non saremmo i primi e nemmeno gli ultimi a invocarla, profonda, convinta, serena, esigente, libera e giusta.” (S. Bonsanti)