Gaetano Azzariti: “Grave forzatura su norme incostituzionali”

29 Apr 2015

“Mettendo la fiducia, l’esecutivo ha stravolto l’equilibrio tra i poteri. Una grave forzatura su una legge incostituzionale, che cambia la forma di governo”. Gaetano Azzariti, docente di diritto costituzionale presso l’università La Sapienza di Roma, boccia forma e sostanza dell’ltalicum: legge “renzianissima” contro cui si è espresso pubblicamente, sottoscrivendo gli appelli dell’Anpi e dei Giuristi democratici.
Le opposizioni hanno definito incostituzionale la fiducia posta sull’ltalicum, citando l’articolo 72 della Carta (“La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale”). Boldrini ha replicato che il regolamento della Camera non lo vieta. Dove sta la verità?
L’interpretazione delle norme è discussa e discutibile. Gli unici due precedenti, quelli della legge Acerbo del 1923 e della legge “truffa” del 1953, sono pessimi, e di certo non possono legittimare una prassi. Ma il nodo principale è un altro. Ossia c’è un problema di legittimazione formale, un problema politico. Il governo ha posto la fiducia sulla legge elettorale che è una materia costituzionale, e che tocca proprio i rapporti tra l’esecutivo e il Parlamento. Ciò basta per dimostrare l’assoluta inopportunità della sua scelta in aula. Il governo doveva rimanere silente rispetto a questa legge, autolimitarsi.
E invece…
E invece l’esecutivo ha violato l’autonomia del Parlamento. Ancora una volta il governo Renzi ha dimostrato di non rispettarlo, confermando la sua arroganza. Le opposizioni hanno contestato la Boldrini. Non esistendo un giudice terzo rispetto a questi temi, l’interpretazione del regolamento della Camera spetta alla Camera stessa. E in quest’ottica la presidente doveva garantire la libera discussione. A mio avviso, avrebbe dovuto interpretare in senso restrittivo le norme. Ovvero, doveva opporsi al voto di fiducia. Avrebbe potuto convocare la giunta per il regolamento. O comunque esprimere il suo dissenso.
Renzi potrebbe obiettarle che la forzatura era indispensabile, perché con i veti incrociati arrivare all’approvazione sarebbe stato un’impresa.
La democrazia è complessa ma la sua semplificazione non può giustificare strappi. L’obiettivo va sempre conseguito nel rispetto dell’equilibrio tra i poteri.
Lei è convinto che l’Italicum sia incostituzionale.
Assolutamente sì. Innanzitutto, trasforma in modo surrettizio la forma di governo, in quanto è fatto per eleggere un capo dell’esecutivo, mentre la legge elettorale deve “solo” stabilire i criteri di composizione degli organi parlamentari. A votare la maggioranza, secondo la Carta, deve essere il Parlamento eletto. Molti lo criticano come troppo simile al Porcellum. Questa legge non rispetta la sentenza con cui nel 2014 la Consulta ha bocciato il Porcellum. La Corte è stata limpida nell’affermare che sono ammissibili “distorsioni che favoriscano la governabilità”, come premi di maggioranza e soglie di sbarramento. Ma è stata altrettanto chiara nello scrivere che queste distorsioni non possono comprimere troppo la rappresentatività del Parlamento: l’Italicum non ne tiene conto, perché è tutto schiacciato sulla governabilità.
Il nodo principale pare il premio di maggioranza alla lista.
Anche su questo la Consulta era stata chiarissima, bocciando il premio di maggioranza del Porcellum come “abnorme”. E quello previsto dall’Italicum mi sembra altrettanto abnorme. Poi ci sono altre criticità, come il fatto che questa legge verrà approvata a Senato elettivo ancora vigente. Avremo due Camere con leggi elettorali totalmente differenti: un’irrazionalità normativa.
Come si esprimerà l’ex giudice costituzionale Sergio Mattarella?
Il capo dello Stato dovrà tenere conto di tutte queste obiezioni in sede di promulgazione. E avrà a che fare con uno scenario politico drammatizzato. Di più non mi sento di dire.
Si riferisce al Renzi che ha minacciato la caduta del governo in caso di bocciatura dell’ltalicum?L’esecutivo ha “ricattato” il Parlamento per ottenere il via libera. L’ennesima forzatura.

Il Fatto Quotidiano, 29 aprile 2015

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