Parla Alfredo D’’Attorre, bersaniano di Area riformista: Renzi sbaglia a delegittimare. Su Europa e lavoro Landini può aiutarci a correggere la linea del Pd

16 Mar 2015

ROMA «Facciamo con Landini battaglie comuni su singoli punti: su lavoro, democrazia, Europa». , dem della corrente “Area riformista”, bersaniano, lancia un ponte verso il segretario della Fiom e il suo progetto di “Coalizione sociale”.
D’Attorre, nell’assemblea nazionale della vostra corrente sabato a Bologna, Roberto Speranza ha definito quelle di Landini “urla in tv”. Condivide?
«È stata estrapolata una singola frase del discorso di Roberto. Non ho condiviso quando Landini ha commentato in modo sprezzante il voto del Parlamento sul Jobs Act. Io non ho votato la riforma del lavoro ma ritengo si debba avere rispetto per chi ha lavorato a una strategia di “riduzione del danno” e, alla fine, ha espresso un “sì” sofferto».
Landini è un interlocutore, quindi?
«Penso che Landini vada preso sul serio quando dice di non volere fare un partito. Penso che Renzi sbagli a utilizzare questo argomento per delegittimare le ragioni di merito che Landini solleva. E penso anche che su diversi temi in una limpida distinzione di ruoli tra forze sociali e forze politiche, Landini sia un interlocutore importante. Con lui non credo vada fatto un nuovo partito ma ci possono essere su singoli punti — lavoro, democrazia, rapporto con l’Europa — battaglie comuni che saranno anche utili per correggere l’attuale linea politica del Pd».
Chi ha organizzato la convention dem a Roma di sabato prossimo?
«È un’assemblea delle diverse minoranze del Pd. Sarà un confronto».
Nascerà il “correntone” anti Renzi?
«No, non è che lì nascerà il “correntone” anti renziano; nessuno di noi pensa a un fronte delle opposizioni a Matteo. Vogliamo piuttosto cominciare a individuare i punti condivisi di una nuova proposta per il Pd e l’Italia, a partire dal tema della democrazia ».
Avete invitato Sel e la Cgil?
«Sì e interverranno come ospiti, non so se Scotto o Fratoianni per Sel e esponenti della Cgil. I leader dem presenti saranno Pierluigi Bersani, Speranza, Gianni Cuperlo, Rosy Bindi, Pippo Civati, Francesco Boccia e molti altri. Rafforziamo la voce della sinistra nel Pd».
Ma da che parte state lei e la corrente bersaniana?
«A sinistra nel Pd. La nostra è l’idea di rafforzare l’autorevolezza e la credibilità della sinistra dentro il Pd, anche per evitare il definitivo snaturamento in senso moderato del partito e il suo distacco dal mondo del lavoro. Da questo punto di vista con le differenze che pure ci sono all’interno delle stesse minoranze dem, ci deve essere tra di noi un obiettivo comune e questo è nell’interesse dello stesso progetto di Pd».
Rischiate di essere né carne né pesce?
«La strada di far vivere un punto di vista critico su alcuni temi nel Pd è oggi più difficile, però continuo a credere che sia anche la più necessaria. Non si difende il mondo del lavoro e non si rafforza la sinistra, mettendola nel cantuccio di un partito di testimonianza. Lo si fa correggendo la rotta del più grande partito italiano del centrosinistra ».
State tentando una scalata del partito o gettate le basi di una scissione?
«L’alternativa al Pd renziano abbiamo il dovere di costruirla nel Pd, ma non con scorciatoie organizzative bensì con una proposta più innovativa e riformatrice davvero rispetto a quella di Renzi».

la Repubblica, 16 marzo 2015
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