Vogliamo salvaguardare i pilastri della democrazia. I 16 dissidenti del Pd Vogliono “salvaguardare i pilastri della democrazia per i prossimi decenni” e non accettano la “disinformazione” e la “censura” fatta in queste settimane nei loro confronti. Lo ha detto nell’Aula del Senato Felice Casson, annunciando emendamenti alle riforme.
Per favore non mollate, siete l’ultima speranza nell’attuale situazione.
A me sembrava fosse corretto interpretare i vari interventi (Corte dei Conti, Indagini della Guardia di Finanza, Magistratura,ecc.) verificatisi in questi ultimi mesi, come un segnale chiaro e forte della necessità di concentrare ogni sforzo dello Stato contro la CORRUZIONE, elaborando con una certa urgenza una normativa idonea a rendere trasparente l’operato della Pubblica amministrazione e di tutti gli Organi dello Stato. Invece ho constatato la fretta del Presidente del Consiglio a riformare la Costituzione secondo principi non condivisi in Parlamento da una larga maggioranza. Inoltre non riesco a capire in quale modo la riforma del titolo V della Costituzione possa promuovere lo sviluppo economico e in particolare l’occupazione. Forse qualcuno pensa che uno Stato si debba governare come un’azienda, per cui è necessario avere avere Organismi privi del potere di bloccare le decisioni. Non è così, l’azienda può permettersi di non avere alcuni requisiti, tra i quali uno dei più importanti è la DEMOCRAZIA. Uno Stato, se non decide di essere dittatoriale e ha nella propria Costituzione un articolo 1 (come nella nostra Costituzione che nessuno si sogna di modificare) questo non è possibile. Inoltre se non ricordo male in passato c’è già stato un referendum dal quale è emersa la volontà dei cittadini di non accettare modifiche in questo senso. Infine è bene osservare come la DIFFICOLTA’ NELL’AMMINISTRARE UNO STATO, derivi dalla presenza negli Organi Costituzionali di persone NON RAPPRESENTATIVE dei cittadini e quindi di un INTERESSE GENERALE, ma di persone portatrici di interessi particolari, in quanto nominati da qualcuno e non eletti dai cittadini. Quindi la corsa alla modifica della Costituzione secondo me non è giustificata. Invece E’ URGENTE LA RIFORMA CHE COMBATTA LA CORRUZIONE, INTRODUCENDO REGOLE CHE FAVORISCANO LA TRASPARENZA DELL’OPERATO DEGLI ORGANI PUBBLICI, NELLE PROCEDURE DI AFFIDAMENTO DEGLI APPALTI, ecc. Riparte il Futuro da tempo ha raccolto 530.000 firme su una petizione tesa a ottenere norme anticorruzione, da tempo aveva chiesto e ottenuto da alcuni parlamentari di indossare un braccialetto bianco, per manifestare il loro impegno a perseguire tale finalità. Ora che fine ha fatto tutto questo ? Quindi comprendo e appoggio tutti i parlamentari cosiddetti dissidenti e mi auguro possano avere un confronto più corretto con chi la pensa diversamente.
sono stata al convegno del’8 luglio a roma
” Democrazia costituzionale ed equilibrio dei poteri. Le aporie della riforma costituzionale
ed ho ascoltato con attenzione tutti gli interventi,molto interessanti,critici e delucidanti, e la mia domanda è: come fa Napolitano a far finta di niente di fronte a questa svolta autoritaria?
e tutti i parlamentari ed i giornalisti e la società civile come fanno ad accettare il generico patto del nazareno senza conoscerne i dettagli?forse perchè con altri 1000 giorni di governo Renzi molti parlamentari godranno di indennità aggiuntive? e poi i Civati e i Cuperlo sembrano essere parte di un giuoco delle parti,dissentono ma per spirito di partito, con la morte nel cuore votano a favore o al massimo si astengono
E’ inaccettabile che un Signore che stava facendo il Sindaco di Firenze, catapultatosi (con i dovuti aiuti) a fare il Presidente del Consiglio, stia manomettendo la NOSTRA Costituzione assieme al più noto dei pregiudicati e con l’ assenso di Napolitano che dovrebbe esserne il Garante!!! Ma soprattutto, ciò che più colpisce è che l’attuale Costituzione, scritta con il sangue dei nostri Padri, verrebbe modificata e mortificata secondo le aspirazioni che Licio Gelli aveva immaginato attraverso il Piano di Rinascita.
Fermimoli
. Nel momento di crisi della rappresentanza partitica che oggi stiamo vivendo abolendo la seconda lettura al Senato priviamo dell’unico spazio temporale in cui la Società Civile può inserirsi nel dibattito parlamentare. Non poche leggi importanti giudicate inique e liberticide sono state modificate o cancellate in uno dei due rami del Parlamento dietro la spinta della mobilitazione popolare. Merito proprio del momento di riflessione che la Costituzione sottintende e ci concede col sistema bicamerale perfetto. Vigendo l’attuale legislazione referendaria italiana che vincola ad un alto quorum partecipativo la sua validità, il referendum stesso si è dimostrato uno strumento lento e direi improponibile per fermare e/o modificare leggi dalla tipologia su accennata. Lasciare poi alla discrezionalità e non alla obbligatorietà di un Senato, così come il dott. Zagrebelsky proporrebbe la eventuale rilettura della legge, a mio avviso, innescherebbe un processo di mediazione partitica che potrebbe ignorare o nella migliore delle ipotesi anacquare la volontà popolare. Tale volontà, e la Costituzione l’afferma, vorrebbe anche il deputato/senatore rispondere al Paese e non al partito di “provenienza” la sua espressione di voto. Mi trovo pienamente d’accordo sul denunciare i rischi di un’involuzione democratica che anche la nuova legge elettorale comporta. Altre sono le strade per risparmiare e accellerare i tempi. E. Scalfari in un suo recente editoriale dimostra, citando dati inconfutabili, che la lentezza deriva dalla macchina burocratica ministeriale, questa ‘sì da riformare. Grazie