Ieri è morto Nelson Mandela. Stamattina il cielo è più azzurro del solito e mi sono svegliata aspettandomi una città impazzita. Il rumore e la musica di Capetown stamattina non c’erano. Ho trovato invece una città sbigottita in un silenzio e una tranquillità quasi irreali. Molti cartelloni, foto e memorial. Una donna, bianca, sull’autobus, un’altra “coloured” davanti a una sua foto piangevano. Una persona a me cara, quando le ho chiesto cosa ne pensava mi ha solo risposto che era vecchio e malato, un’altra “non so, Madiba non lo conoscevo”.
Allora forse è vero, Madiba è morto ma la forza di un pensiero non può morire, e per loro, in fondo, tutto può continuare come prima, come ieri. Io però ho pianto.
*Giulia, 17 anni, milanese, figlia della nostra collega Elena Corsi, sta studiando a Città del Capo. In queste poche righe ci racconta la “sua” morte di Mandela
Spero che la morte di Mandela non modifichi gli equilibri politici attuali del Sud-Africa. passato il momento del dolore le avidità politiche dei suoi presunti successori e dei parenti che lo attorniavano si scatenino, ed allora saranno guai. Una figura carismatica può salvare una nazione, ma la sua uscita di scena può essere tragica: vedi la Jugoslavia e la figura di Tito. Speriamo per il meglio ma il mio pessimismo congenito mi fà temere il peggio. alfredo