Progetto Bonsanti, Rossi applaude

18 Ott 2013

LA GIORNALISTA Sandra Bonsanti propone ai giornalisti di unire le forze e di scavare nei misteri d’Italia. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi apprezza il progetto e offre il supporto del Centro regionale di documentazione sulla legalità. Giudizi positivi anche da parte del presidente del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti toscani e del presidente dell’Associazione Stampa Toscana.
AGENDE colme di appunti. Archivi ricchi di documenti che aspettano ancora di essere compiutamente interpretati. In un’intervista alla nostra testata, Sandra Bonsanti ha proposto ai giornalisti di riaprire i file, di confrontarsi, di mettersi al lavoro sui fronti più oscuri della storia della Repubblica, con il supporto del Centro per la legalità della Regione.
Il presidente della Toscana Enrico Rossi ha mostrato subito apprezzamento per il progetto e ha scritto alla redazione fiorentina di Repubblica: «Devo un ringraziamento a Sandra Bonsanti che dalle colonne della vostra testata lancia alla Regione un invito molto importante, che sono disponibile a cogliere. Sandra Bonsanti è una professionista che, con la sua attività giornalistica (e anche nelle sedi istituzionali), ha sviluppato un impegno di grande rilievo per far luce sui tanti misteri che hanno costellato la storia del dopoguerra, sugli episodi più gravi e sanguinosi del terrorismo e dello stragismo, sulle trame più rischiose per la nostra stessa democrazia. Come lei hanno fatto tanti altri giornalisti e cronisti, che hanno accumulato documenti, esperienze, dossier, articoli, appunti, tutto quello, insomma, che in parte concorre alla stesura degli articoli e in parte si conserva nel “carniere” di un bravo professionista. Materiali raccolti “in presa diretta” e, come si può facilmente immaginare, di grande rilievo non solo per la ricostruzione storica dei fatti ma anche per attività di sensibilizzazione, ricordo, approfondimento.
«Dall’ottobre del 1994 — prosegue il presidente della Toscana — il nostro Centro di documentazione Cultura della Legalità Democratica svolge una intensa attività, finalizzata alla raccolta, alla produzione e alla libera divulgazione di materiali informativi e documenti sui temi della criminalità organizzata e delle mafie, del terrorismo e delle stragi, della criminalità diffusa, della sicurezza urbana e dell’educazione alla legalità. Nella sede di Piazza Duomo sono a disposizione del pubblico 5.000 libri, 500 volumi delle Commissioni parlamentari d’inchiesta e altri atti parlamentari, 200 tesi di laurea, 45 periodici, 100 film, documentari e audiovisivi, 9.000 documenti e sentenze, 2 fondi di archivio e numerose banche dati. E’ evidente che sarebbe per noi una grande opportunità arricchire questo patrimonio con i materiali che i giornalisti metterebbero a disposizione. E nello stesso tempo anche il loro lavoro di inchiesta, passato e presente, si valorizzerebbe entrando in rete e godendo di maggiore visibilità. Penso che quanto prima potremo definire i contorni di questo progetto, importante non solo per il ricordo ma soprattutto per la difesa e lo sviluppo della nostra democrazia».
«La proposta di Sandra Bonsanti mi sembra non solo opportuna — dichiara il presidente del
Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Toscana Carlo Bartoli — ma anche un’idea straordinaria, perché in questo Paese è indispensabile riscrivere pezzi di storia contemporanea gravati da troppi misteri. Ed è un modo straordinario per esaltare la funzione sociale della nostra professione ».
«Il progetto di Sandra Bonsanti — commenta Paolo Ciampi, presidente dell’Ast (Associazione Stampa Toscana) — va nella direzione di un percorso che ci stiamo ponendo. Nell’ultima assemblea dell’Ast ho lanciato la proposta di costituire una fondazione che raccolga giornalisti, ma non solo, intorno al tema di una informazione pulita e trasparente. Abbiamo chiamato il progetto “Informazione bene pubblico”. L’idea è quella di scavare negli archivi, di far ripartire indagini giornalistiche, di tutelare i cittadini che subiscono abusi, per recuperare la qualità dell’informazione come bene pubblico e trasparente».

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