LeG, il 12 marzo a Milano con Saviano e Zagrebelsky

02 Mar 2012

ROMA – L’ultima volta a ottobre, con il governo Berlusconi ancora in carica, lo slogan era “Ricucire l’Italia”. Oggi l’Italia è forse un po’ meno divisa ma l’obiettivo della manifestazione di Libertà e giustizia è ancora ambizioso. Promuovere l’appello del professor Gustavo Zagrebelsky  –  dal titolo “Dipende da noi. Dissociarsi per riconciliarci” 1 – che chiede ai partiti di rinnovarsi, di non rinunciare alla loro funzione democratica all’ombra del governo tecnico: il primo passaggio deve essere una nuova legge elettorale fatta “nell’interesse primario dei cittadini”, ma eventuali riforme – dice il manifesto – andrebbero comunque sottoposte a referendum perché frutto di un “Parlamento screditato”. L’appuntamento è il 12 marzo al Teatro Smeraldo, in piazza XXV aprile, alle 20.30. E sul palco,  insieme a Zagrebelsky, ci saranno Roberto Saviano, Sandra Bonsanti, Lella Costa, Concita De Gregorio. Un modo, anche, per celebrare i 10 anni di attività dell’associazione di cultura politica.
Il manifesto ha intanto superato la quota delle 35 mila adesioni, tra le ultime quelle del giurista Stefano Rodotà. E il suo messaggio politico comincia ad aprire una breccia nel mondo dei partiti. Come dimostra l‘intervista rilasciata a Francesco Palladino per LeG da Rosy Bindi 2.  La presidente del Pd, pur chiedendo che non si faccia di tutt’erba un fascio, accoglie l’invito a rilanciare la funzione democratica dei partiti e pone paletti precisi all’esperienza del governo Monti. “Il Paese  –  dice Bindi -andava messo in sicurezza, con una fase di impegno nazionale. Ma è una stagione a termine: le elezioni ci saranno nel 2013 tra schieramenti e programmi chiaramente alternativi. Dopo Monti non ci saranno larghe intese”. E poi, sulla riforma elettorale: “Il progetto al quale si sta lavorando non mi convince affatto: si delinea un discutibile ritorno al sistema proporzionale che in parte restituisce ai cittadini la possibilità di selezionare i parlamentari, ma nel contempo li espropria del sacrosanto diritto di scegliere la coalizione di governo. Il risultato paradossale è che nel momento del loro massimo discredito i partiti si tengono le mani libere sulle alleanze post elettorali”. Infine, un altolà sui progetti di riforme istituzionali condivise di cui si sente parlare in questi giorni: “La priorità deve essere una nuova legge elettorale. E non ci si deve nascondere dietro il tentativo di riforma istituzionale per non fare né l’una né l’altra”.
Intanto, molti dei firmatari dell’appello lasciano messaggi che delineano anche un po’ la piattaforma politica della manifestazione. Solo qualche esempio. Antonino Sclafani, sul finanziamento alle forze politiche, scrive: “I partiti non vanno aboliti ma riformati. Il rimborso elettorale deve avvenire dietro presentazione di fatture che dimostrano le spese sostenute legalmente. Le spese ammissibili debbono avere comunque un tetto massimo”. E Fernando Fratta: “Il modo migliore per difendere la politica è combattere la cattiva politica. Coraggio!”. Ancora, Roberto Ruggeri: “Sono convinto che il primo problema da risolvere sia il superamento dell’attuale legge elettorale con un sistema a doppio turno: nel primo si misurano i consensi per i partiti, nel secondo le proposte convergono in un programma condiviso”. Ed Ernesto De Lellis: “Dobbiamo imporre la non cumulabilità sia degli incarichi che degli stipendi”. Insomma il dibattito, sul sito di Libertà e giustizia, è appena cominciato.

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