Venticinquemilanovanta persone ai seggi, per votare, a Genova, nonostante il freddo polare e il vento gelido, grazie a centinaia di volontari.
Le primarie sono espressione della democrazia. Domenica, chi ha partecipato alle primarie, chi è stato nei seggi, nei circoli delle associazioni e all’aperto nei gazebo, ha respirato l’aria frizzante dei grandi avvenimenti: ha sentito la gioia e la tensione dell’attesa per i risultati. Soprattutto, chi ha partecipato alle primarie ha vissuto l’entusiasmo e la responsabilità del voto, il senso del coinvolgimento e della rigenerazione, la voglia di partecipare dei Genovesi.
Marco Doria ha vinto. Ha vinto quello che ha saputo rappresentare di più il cambiamento e il nuovo, quello che ha presentato la proposta più convincente per la città.
Gli elettori del centrosinistra di Genova hanno deciso una svolta e chiesto il rinnovamento. È un messaggio forse inatteso, ma non sorprendente, né sbagliato, che va recepito. Anche i diecimila elettori che non si sono recati ai seggi hanno mandato un segnale di stanchezza e disaffezione.
Gli elettori hanno dimostrato di aver colto appieno il senso vero delle primarie, quello di uno strumento per dialogare coi partiti, e hanno fatto uso responsabile di questo strumento, per mandare chiaro e forte un segnale di rottura.
Le candidate espressione del Partito Democratico hanno perso. Gli stessi elettori del PD hanno preferito di gran lunga Marco Doria, che ha presentato la proposta più forte, senza personalismi e arroganza. Le altre candidate hanno perso perché non hanno interpretato le aspirazioni degli elettori , la loro volontà di rinnovamento , mancando di cogliere per tempo i segnali d’insofferenza dei Genovesi e di percepire il logoramento del loro rapporto colla città.
CHI E’MARCO DORIA
Docente universitario di storia economica alla Facoltà di Economia dell’Università di Genova svolge a tempo pieno attività di studio, ricerca e didattica .
Non è mai stato un professionista della politica. Ha comunque sempre avuto un grande interesse, una passione, per la politica intesa come partecipazione alla vita della collettività, come amministrazione del bene comune, come confronto alto di idee e progetti.
Negli anni liceali è stato iscritto alla Federazione Giovanile Comunista Italiana e quindi, da maggiorenne, al PCI. Consigliere di circoscrizione, dal 1978 al 1985 , tra il 1990 e il 1993 è stato eletto in Consiglio comunale.
Dopo il 1993 non si è più candidato in alcuna competizione elettorale e non ha più avuto alcuna tessera di partito. E’ però rimasto un cittadino di sinistra e da semplice cittadino non ha mancato di partecipare alle iniziative e manifestazioni che riteneva coerenti con la sua visione del mondo ed i suoi ideali.
UNA BREVE MA EFFICACE CAMPAGNA
I SUOI PRIMI SOSTENITORI
A fine settembre 2011 un gruppo di amici ha lanciato la sua candidatura redigendo questo “appello”:
Genova si appresta a vivere un appuntamento importante, quello delle primarie della coalizione di centrosinistra per individuare il candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2012. Le primarie devono rispondere in modo pieno alle esigenze di partecipazione di un elettorato che vuole contare, in un momento in cui si avverte un distacco crescente tra cittadini e partiti. Le primarie, inoltre, cadono in una fase, cha da troppo tempo si protrae, di crisi acuta del nostro Paese, che si riflette pesantemente anche sulla città.
Proponiamo e sosteniamo in questo contesto la candidatura a sindaco di Marco Doria, studioso e docente universitario, di cui conosciamo e apprezziamo la serietà, l’onestà e la competenza. Riteniamo che egli, lontano dalle pratiche di una politica sempre più distante dai bisogni reali e in difficoltà nel rapporto con la gente, possa essere capace, con la sua sensibilità per ideali che sentiamo nostri, con la sua conoscenza e rispetto per la storia e l’identità di Genova, di stimolare e aggregare energie diverse per realizzare un progetto di governo della città.
A questo progetto intendiamo dare il nostro contributo, per costruire una città in grado nel suo prossimo futuro di riprendere alcuni dei tratti che ne hanno segnato in positivo la storia, vale a dire l’intraprendenza, l’innovazione, l’accoglienza, che l’hanno resa aperta al mondo, capace di ascolto e dialogo.
Firmatari:
Paolo Arvati, Luca Beltrametti, Mario Calbi, Walter Fabiocchi, Silvio Ferrari, Alessandro Ghibellini, Giovanna Rotondi Terminiello.
IL SECONDO APPELLO A SOSTEGNO
Nel novembre 2011 un più ampio gruppo di cittadini ha sottoscritto un secondo appello a sostegno della sua candidatura.
La candidatura di Marco Doria, docente della Facoltà di Economia della nostra Università, alle primarie per la carica di sindaco di Genova ha suscitato grande attenzione e notevole consenso nella pubblica opinione e nell’intera comunità genovese.
Fin dal suo primo intervento “di accettazione” e di orientamento programmatico Marco Doria ha inteso sintetizzare in quattro grandi temi i tratti distintivi della sua azione, se eletto, come futuro sindaco di Genova.
Innanzi tutto il criterio ideale e politico di chi svolge un mandato per servizio, senza mai tendere a trasformarlo in percorso di una carriera e ancor meno in privilegio vitalizio.
Poi l’impegno a lavorare per fare di Genova una città aperta al mondo e alle sue novità, dinamica per conoscenze e capacità di scambi e saldamente radicata sul valore del lavoro come riferimento primario per la sua crescita.
Quindi l’obiettivo di affrontare e ridurre le permanenti diseguaglianze che, nonostante tutte le realizzazioni di una lunga esperienza di vita democratica, ancora mortificano il livello di vita di vasta parte della città sul piano dei servizi, dell’ambiente, dei trasporti, della cultura e del complesso delle relazioni sociali.
E infine il ritorno all’affermazione della centralità dell’istituzione comunale, come sistema e risultato della qualità e dignità del lavoro dei dipendenti della pubblica amministrazione, e della salvaguardia della gestione pubblica dei beni comuni.
Condividendo pienamente questi obiettivi noi sosteniamo pubblicamente Marco Doria e siamo impegnati con lui nella definizione di un programma per la città. Invitiamo i cittadini a partecipare attivamente a questo impegno collettivo di sostegno concreto della candidatura e di elaborazione di un progetto per Genova.
IL TERZO APPELLO ALLA CITTA’
Ai cittadini di Genova
Quando alla fine dello scorso mese di settembre – con un breve documento – proponemmo la candidatura di Marco Doria alle elezioni primarie per la carica di sindaco, nell’ambito dello schieramento di centro sinistra, eravamo convinti di poter offrire all’opinione pubblica un’alternativa credibile, una figura valida, un progetto di rilancio della nostra città.
E in effetti, a distanza di quattro mesi dalla nostra iniziativa, centinaia di persone si sono mobilitate con noi, hanno costituito comitati di zona e di quartiere, hanno promosso decine di incontri col Candidato.
Questa motivazione ci ha consentito di raggiungere un primo, indiscutibile risultato: alla data di scadenza per la presentazione delle 1500 firme richieste dal regolamento per la legittimazione delle candidature, abbiamo verificato di averne raccolte quasi 4000! Il frutto di una capillare presenza nella città, da Nervi a Voltri, da Pontedecimo a Struppa. Con dei costi che, fino ad oggi, non hanno superato i 6.000 euro.
Vogliamo dunque ribadire, quando mancano non più di venti giorni al 12 febbraio, la data delle elezioni primarie, che siamo in grado di proseguire il percorso iniziato per raggiungere il risultato che ci eravamo prefissi.
È illusoria e fuorviante la tesi di chi – di fronte alla nostra lineare progressione e al livello di condivisione già raggiunto – si affanna a sostenere che il duello sarebbe fra le sole candidate Vincenzi e Pinotti.
Le quali – questo sì – sono specularmente simili nel loro limite. Ripropongono infatti una visione del rapporto fra potere e politica dal quale non può nascere niente di nuovo per la nostra Città.
E invece il modo in cui Marco Doria si è posto in ascolto dei cittadini e ha saputo dialogare con tante persone, costituisce il primo segnale della sua credibilità.
Proprio per questo ci rivolgiamo ai cittadini di Genova invitandoli a raccogliere il merito della nostra proposta e a respingere ogni rassegnazione su una presunta immodificabilità dei modi in cui ci si può occupare della cosa pubblica.
Quello che è accaduto ci dice che Marco Doria è già un’alternativa e che rappresenta la via di uscita dalla stagnazione che da troppo tempo condiziona Genova.
Utilizziamo dunque i prossimi giorni, proprio come abbiamo saputo fare fino ad ora, e la vittoria di Doria sarà alla portata dei cittadini genovesi.
Luca Beltrametti, Mario Calbi, Walter Fabiocchi, Silvio Ferrari, Alessandro Ghibellini, Giovanna Rotondi Terminiello
I RISULTATI
Marco Doria ha vinto con il 46% delle preferenze, staccando sia l’attuale sindaco Marta Vincenzi (al 27,5%), che la sfidante del Pd Roberta Pinotti (23,6%). Pochi voti, invece, per la socialista Angela Burlando (1,9%) e l’indipendente Andrea Sassano (1%).
Il candidato ha espresso in un messaggio su Facebook il suo entusiasmo per il risultato delle primarie: «La politica, che è affrontare le cose concrete animati anche da bisogni ideali, deve essere trasparente e penso che siamo riusciti a trasmettere questo messaggio. Se non ci fossero state le primarie il candidato del centrosinistra sarebbe stato indicato da 8/10 persone. Dev’ essere chiaro che questo percorso ha potuto compiersi solamente grazie al lavoro incessante e alla passione di tanti collaboratori, che hanno trasmesso questo entusiasmo a 11.914 cittadini che oggi hanno voluto indicarmi come loro candidato. Li ringrazio di cuore uno ad uno. Comincia una nuova avventura, abbiamo tante questioni innanzi a noi, che dovremo affrontare a partire da oggi».
Risulta quanto mai fuori luogo il tanto clamore per un evento che per una città come Genova ha richiamato meno persone di una Festa dell’Unità, mentre l’impressione è che anche le primarie vengano sempre più vissute come un’inutile ritualità.
Le feste dell’Unità di solito si fanno d’estate, non d’inverno con temperature polari, neve e raffiche di vento. E’ comunque un fattore di democrazia diretta che tanti cittadini si siano mossi per esprimere la loro opinione in merito al futuro governo della città. E nei gazebo non vendevano né le piadine né lo gnocco fritto.
No, scusate, ma cosa c’è di così tanto rivoluzionario nel risultato delle primarie di Genova?
Un segnale straordinario, scrive Paolo Flores d’Arcais, con un candidato indipendente in grado di mobilitare le energie migliori della società civile.
Ma i numeri sono numeri, e quelli registrati a Genova non sono tali per potersi esaltare di fronte ad un risultato che sì, fa certamente piacere, ma solo perché segna l’ennesima sconfitta di un partito, il PD, ormai preda delle divisioni di apparato e non in grado di proporre una vera alternativa al tumore che ha corrotto la politica italiana, il berlusconismo.
In una città dove alle ultime elezioni hanno votato 323.289 elettori rispetto ai 524.000 aventi diritto, e dove la candidata del centrosinistra riuscì a vincere al primo turno con 158.238 voti, Marco Doria vince le primarie con 11.500 preferenze sui circa 25.000 voti espressi.
Poco più del 7% dei voti che presumibilmente saranno necessari per vincere le prossime elezioni; meno del 4% del numero di votanti della precedente scadenza elettorale; solo il 2,19% degli aventi diritto.
Sì, sono questi i numeri della straordinaria ripresa dell’impegno civile e che, forse, per la loro esiguità, andrebbero valutati con più attenzione.
Pur essendosi trattato, infatti, di primarie di coalizione, il dato che emerge è la bassa partecipazione; e figuriamoci cosa sarebbe potuto accadere nel caso di primarie limitate ai soli esponenti del PD, così come suggerito dal Sen. Ceccanti dalle pagine dell’Unità.
Alla luce, pertanto, dei magri risultati ottenuti, risulta quanto mai fuori luogo il tanto clamore per un evento che per una città come Genova ha richiamato meno persone di una Festa dell’Unità, mentre l’impressione è che anche le primarie vengano sempre più vissute come un’inutile ritualità.
E non potrebbe essere altrimenti, visto il peccato di origine che ha ridotto la complessità delle istanze sociali e la partecipazione politica dei cittadini ad una mera espressione del consenso per il condottiero di turno, senza alcuna possibilità di incidere, attraverso la rappresentanza, sulle scelte politiche che più importano.
Alla semplificazione maggioritaria della scadenza elettorale, con candidati e programmi prendere o lasciare, con le primarie si è aggiunta soltanto una selezione preventiva, anche questa con metodo maggioritario, che non ha lo scopo di arricchire l’offerta politica, bensì di ridurla.
Un’ulteriore strozzatura nei già rigidi meccanismi elettorali di tipo maggioritario, che non può in alcun modo rispondere alla richiesta crescente degli elettori, tutti, di poter scegliere i propri rappresentanti.
Sono una delle tante persone che ha partecipato a queste primarie e sono stata contagiata dall’entusiasmo, dalla voglia di fare, dalla voglia di cambiare. Ho seguito abbastanza questa campagna, ho apprezzato il linguaggio nuovo semplice e chiaro del candidato, ho condiviso i contenuti, per la prima volta ho capito cos’è il PUC, cosa c’è di buono e cosa deve essere migliorato…e molte altre cose. Le tante persone che si sono impegnate spontaneamente sono ancora lì che lavorano per il dopo. Se questo è un rituale è un gran bel rituale!!
Ho sentito nei giorni scorsi alcuni commenti ai risultati delle primarie genovesi, che mi paiono profondamente sbagliati. Il primo è stato: abbiamo commesso un errore nel presentare due candidate di partito, anzichè uno. Come se si trattasse di un errore tattico, come a dire che una sola (Vincenzi o Pinotti) avrebbe vinto. Non è così: Vincenzi non ha vinto perchè la valutazione dei genovesi sulla sua amministrazione nei quattro anni passati è stata negativa; Pinotti è verosimilmente apparsa come un funzionario di partito catapultato a Genova per logiche non chiare agli elettori. Dunque il problema, per il PD, non è di tattica, bensì – come i cittadini si ostinano a ribadire – di qualità e credibilità dei candidati proposti.
L’altro commento non condivisibile dei vertici del PD riguarda la presunta necessità di modificare le primarie, nel senso, verosimilmente, di restringerle agli iscritti al partito. Ma in questo modo verrebbe tradita la speranza fondamentale che porta i cittadini a votare alle primarie, cioè quella di poter contribuire al rinnovamento della classe politica nel nostro paese. Anzichè limitare la possibilità di espressione dei cittadini, occorre invece ampliarla e disporsi ad ascoltarne gli esiti.
Elisabetta Rubini
Credo che l’importanza del risultato di Genova vada valutata ben al di là dei numeri. Anche le primarie di Milano che lanciarono Pisapia non fecero registrare numeri propriamente da record rispetto ad altre occasioni. Eppure Pisapia, mattone dopo mattone, riuscì a costruire la sua vittoria alle elezioni vere e proprie, attirando attorno al suo progetto, o addirittura risvegliando, tutte le forze sociali, economiche, culturali, più vive della città. E anche il Pd, dopo l’iniziale freddezza, collaborò intelligentemente all’impresa. Marco Doria sembra avere tutte le carte in regola per fare altrettanto a Genova. Ecco perché la sua vittoria può rappresentare un grande contributo per dare nuovo slancio alla politica nazionale.
Solo chi ha partecipato con lo stesso entusiasmo e la stessa speranza insieme ai quattro milioni e oltre di votanti alle primarie di alcuni anni addietro può capire lo spirito e la passione di cui è pervaso il resoconto del Besio.
E può capire anche il giubilo di Don Gallo
Il risultato delle primarie di Genova del Partito Democratico è stato interpretato da molti osservatori politici come una vittoria della cosiddetta “antipolitica”, come un voto “contro”. In realtà è vero esattamente il contrario; la vittoria di Marco Doria (più netta di quanto non dicano i numeri, che pure parlano chiaro) rappresenta infatti un chiaro segnale di voglia di politica, di politica vera, che oltre 25.000 genovesi hanno espresso col loro voto, un voto “a favore”. La lettura che molti ne hanno dato (basti pensare alle dichiarazioni rese dal sindaco uscente) è l’ennesima dimostrazione del fatto che in questo Paese si fa tanta fatica a capire, ad accettare , che la politica vera (quella che i genovesi hanno chiesto col loro voto a Marco Doria) è cosa ben diversa da quella cosa penosa alla quale l’hanno ridotta alcuni (per la gran parte grigi funzionari di partito), selezionati grazie al classico metodo della cooptazione. L’errore del quale ci si deve liberare è quello di ritenere che la politica consista soprattutto nella gestione del potere, che sia roba da “professionisti della politica”. A questo punto c’è solo da augurarsi che Marco Doria sappia parlare in modo chiaro, responsabile, ai cittadini genovesi e che dimostri coi fatti d’intendere la politica per quello che è veramente (promozione del bene comune), cominciando a circondarsi esclusivamente di persone perbene.
Nella gioia di una vittoria netta e significativa e nella speranza di una nuova affermazione alle prossime amministrative una sola raccomandazione: non cedere alle logiche stupide e “vecchie” dello spoil system e preservare quanto di positivo è stato fatto per la città da uomini e donne intelligenti e capaci che hanno contribuito a dare a Genova visibilità nazionale e internazionale: menzione d’onore al Festival della Scienza e alla Fondazione Palazzo Ducale con la loro ricchissima attività culturale e di divulgazione scientifica.
Aggiungo alle cose positive che suggerisco a Marco Doria di preservare per Genova i cicli di incontri legati a Genova Città dei Diritti di cui quello con Caselli ieri a Tursi, in una via Garibaldi blindata come ai tristi tempi del G8, ha ben rappresentato l’interesse (era pieno) e la validità dell’ iniziativa ideata da Nando Dalla Chiesa.
Un pò preoccupata per quanto apparso sui quotidiani sul toto giunta Doria, condivido quanto raccomandato da Beppe: ” non cedere alle logiche stupide e “vecchie” dello spoil system” e da Franco: ” A questo punto c’è solo da augurarsi che Marco Doria sappia parlare in modo chiaro, responsabile, ai cittadini genovesi e che dimostri coi fatti d’intendere la politica per quello che è veramente (promozione del bene comune), cominciando a circondarsi esclusivamente di persone perbene.” Sono due elementi fondamentali anche perchè gli elettori non devono essere ingannati da chi, cavalcando l’onda del cambiamento in modo strumentale, non intende cambiare le cose nella realtà dei fatti. Perchè i problemi non si risolvono con “la stessa mentalità di chi li ha causati”..e mi riferisco a quei politici che sono in carica da 20 e più anni. Genova ha bisogno di aria nuova, di nuove energie e di nuove proposte.