La Lega minaccia il Pdl: alleanza a rischio

23 Gen 2012

Affossare Formigoni, facendogli mancare la terra sotto i piedi? Lo ha minacciato ieri Bossi nel suo comizio milanese. «Se Berlusconi continuerà a dare fiducia al governo Monti – ha tuonato il leader del Carroccio – noi faremo cadere la giunta in Lombardia, dove tutti i giorni arrestano un assessore». Un aut aut più sottilmente confermato da Roberto Maroni, che lo ha apparentemente negato commentando le parole del capo: «Nessun ricatto, mi pare che in Lombardia ci siano delle vicende giudiziarie in corso, noi facciamo politica». La risposta di Formigoni, gelida, non si è fatta attendere: «Non è interesse di nessuno innescare reazioni a catena che metterebbero a rischio diverse amministrazioni del Nord – ha detto – In Lombardia, Veneto e Piemonte abbiamo fatto accordi elettorali davanti ai cittadini e abbiamo tutti il dovere di rispettarli».
Il primo commento allo “schiaffo” è stato del sindaco Pisapia: «Vi porto due buone notizie – è stato il suo esordio all´assemblea nazionale di Sel, a Roma – La prima è che Bossi è stato fischiato, la seconda è che Formigoni forse si dimetterà e, se non lo farà, lo dimetteremo noi». Un intervento pesantemente criticato dal capogruppo del Pdl in Regione, Paolo Valentini: «È un piccolo Napoleone – ha detto – e soffre di complesso di inferiorità verso la Regione e Formigoni. Ci penserà Area C a mandarlo a casa».
L´ipotesi di un ritorno anticipato al voto in Lombardia sotto lo scacco della Lega provoca un tirato sorriso ai rappresentanti della destra ed ex alleati, che cercano di alleggerire le intemperanze verbali di Bossi, mentre a sinistra si sfida il Carroccio a passare, per una volta, dalle parole ai fatti. «Non mi preoccupo più di tanto, siamo abituati alle uscite provocatorie del segretario della Lega – dice Romano la Russa, assessore regionale alla Sicurezza e coordinatore provinciale del Pdl – Bisogna valutarlo alla prova dei fatti. Oggi il Carroccio è all´opposizione e si sente già in campagna elettorale». Per Giulio Cavalli, consigliere regionale di di Sel, quella di Bossi «è una bulimia verbale che non ha mai avuto riscontro nelle azioni». E Stefano Zamponi, dell´Idv in Regione, aggiunge: «Abbiamo già chiesto le dimissioni di Formigoni in relazione a condanne di assessori o ex assessori molto vicini a lui. Bossi non è mai stato coerente nei suoi comportamenti: non credo che metterà in difficoltà la Regione dove i leghisti hanno condiviso vantaggi e benefici di dieci anni di amministrazione proprio assieme a Formigoni».
Indignato è Maurizio Martina, segretario del Pd lombardo. Si chiede se il Carroccio «ci fa o ci è» e dice che «è l´ora di finirla con i doppi giochi padani. La Lega sia coerente con se stessa, stacchi la spina della giunta regionale e si vada al voto. Se invece le sparate di Bossi sono solo l´ennesima operazione di propaganda dei leghisti, allora peggio per loro. Saranno in tantissimi a sentirsi nuovamente presi in giro da un partito che ormai va avanti solo a colpi di insulti alle istituzioni nazionali, sperando forse di nascondere così le proprie responsabilità». A Martina si unisce il capogruppo del Pd in Regione, Luca Gaffuri: «Finalmente anche la Lega ammette che Formigoni e la sua giunta hanno perso credibilità, ma mi chiedo dove sia stato fino ad ora il Carroccio. Ora attendiamo – aggiunge – di capire se compirà atti conseguenti. Troppe volte i suoi grandi proclami sono rimasti senza conseguenze».

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