La partita comincia ora

15 Dic 2010

Ezio Mauro

CON tre voti di maggioranza, strappati in extremis ai finiani nell’ultima compravendita notturna, Berlusconi rimane a Palazzo Chigi. Ma per fare che cosa? Quel margine precario, appeso a mille promesse impossibili, nel giorno per giorno non consentirà al Premier di far approvare più nulla. Ma a Berlusconi i voti non servono per governare: gli servono per comandare. Ieri li ha avuti, e tanto gli basta. La politica può aspettare, il Paese anche.

Per il Cavaliere era più importante la prova di forza con Fini, sulla fiducia. L’ha vinta e, letteralmente, questa vittoria per lui non ha prezzo. Ma da oggi, l’opposizione conta un partito in più, e comperando i pontieri il Premier ha divorato anche l’ultimo ponte coi finiani. L’unico modo per sopravvivere davvero alla vittoria di ieri, è allargare la maggioranza all’Udc. Ma Casini non ha alcuna convenienza a cambiare una linea costruita negli anni, e dirà di no.

La Lega aspetta di intascare il federalismo, e dà i 30 giorni a Berlusconi. O riesce a catturare Casini, o si andrà al voto. Dunque le elezioni sono l’esito più probabile e alla fine più giusto. Ecco perché Fini dovrà dimettersi dalla presidenza della Camera, per fare liberamente la sua battaglia politica decisiva: e farla probabilmente dal centro  –  in una posizione che fa comodo anche al Pd  –  visto che a destra l’eredità post-berlusconiana gli è preclusa.

Insomma, il Cavaliere ha vinto, ma la partita è appena cominciata.

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