Fanno sul serio!

08 Nov 2010

Il convegno promosso lo scorso fine settimana a Firenze da Matteo Renzi e Pippo Civati, visto e raccontato dal nostro Alessandro Bruni, coordinatore toscano di LeG

Una mattinata intera alla Stazione Leopolda di Firenze dove si è concluso l’happening organizzato da Matteo Renzi e Pippo Civati “Prossima fermata : Italia”.
Le prime sensazioni che passano sono buone, positive ; tanta gente attenta, che convive la passione e il fervore dei vari interventi che si susseguono (ottimo il format che concede 5 minuti tassativi per intervento, cadenzati da brevissimi video propedeutici ai temi indicati dalla parola chiave scelta da ogni relatore); diretta video della pagina FB dell’evento dove corrono i post … ci siamo, giusti i metodi, la regia, i tempi, la location.
Intorno alle 10 è il momento di Sandra Bonsanti , presidente di Libertà e Giustizia, che sale sul palco titolando il proprio intervento “ Ribellione”!
Dopo pochi secondi Sandra cita “…la nostra associazione Libertà e Giustizia” e con mio grandissimo stupore dalla platea sale il primo forte applauso.
Socio e attivista di LeG dal febbraio 2003, ho provato una profonda soddisfazione e un briciolo di riconoscimento per quelle tante battaglie a fianco di tanti soci, sempre convinti di lavorare per i nostri principi ma al di fuori di ogni pubblica attenzione: l’applauso della Leopolda ci ha detto che forse non è stato così.
Dopo una puntata di vanità questo momento merita un approfondimento.
Eliminiamo ogni etichetta, ogni preconcetto e pregiudizio e tentiamo di ragionare su cosa è avvenuto, perché e con quali fini.
La questione, l’importanza e a mio avviso gli sviluppi giustificano questo sforzo.
Le due principali anime organizzatrici, profondamente diverse, antitetiche ma che si compendiano e completano perfettamente, hanno corso il rischio nelle ultime settimane, di veder compromessa la sostanza del loro progetto per colpa di un’ etichetta ( e conseguenti polemiche) derivata da una infelice boutade ( dal punto di vista lessicale) di Matteo Renzi.
Così, per fortuna e per loro abilità, non è stato.
I “rottamatori”, i “ragazzacci monelli” e “irriverenti” hanno dato il via a un format civico e democratico, dove le tante voci di una parte del popolo del centrosinistra, scontento e deluso dai percorsi e dalle procedure ufficiali dei partiti, possono trovare ascolto e sintesi per progetti da trasformare in possibile azione politica.
Questa è l’intuizione e il messaggio che passa dalla Leopolda.
I due animatori, i padri di questo progetto sapranno convivere, sapranno guidare con successo il treno ?
Matteo Renzi, brillantissimo ed efficace comunicatore , leader maximo nato e predestinato, rischia talvolta di ritrovarsi nei terreni del vero e proprio “bullismo politico”: usa metafore, cita fatti, disegna percorsi che quasi sempre toccano la “pancia” profonda, la pancia propria di una buona fetta di quel popolo insoddisfatto e deluso dai partiti del centrosinistra.
Qui si apre però un vero dilemma: questo modo, questo stile guascone e irriverente, diretto fino quasi alla tracotanza, quanto sta nelle corde di migliaia e migliaia di elettori e cittadini della nostra area politica di riferimento? Quante volte abbiamo sentito questa frase su Renzi : “ …bravo è bravo e le dice giuste, ma sembra il figliolo di B….!”
Sembra una vera banalizzazione “da bar sport”, ma se ci è concesso, vorremmo suggerire a Renzi di temperare, ogni tanto e se può, il suo stile comunicativo, renderlo un po’ più mite e assonante alle corde di chi oggi, e sono davvero in tanti, tendono ad associarlo – questo stile – ad una cultura politica che non ci appartiene!
Ma alla Leopolda Renzi ha potuto contare su un Virgilio di prim’ordine, l’altro “padre” del progetto che è Pippo Civati.
Ci trasferiamo totalmente dal piano del fenomeno al noumeno, dal piano della comunicazione a quello della sostanza dei contenuti e dei principi.
Pippo Civati, e chi lo segue nei suoi blog e soprattutto nella sua attività politica di consigliere regionale in Lombardia ne è testimone, esprime delle qualità e doti rare tra chi fa politica ai nostri tempi. Informarsi, conoscere e approfondire i temi che dovranno generare azione politica sono le sue procedure, è il suo modo di fare politica; Pippo è presente sul terreno e nel territorio quando eventi e fatti chiedono una risposta ( mi ricordo ad es. Via Padova a Milano, dove lui e il “compare” Carlo Monguzzi si presentarono ancor prima dei politici della Lega… figuriamoci rispetto a quelli del Pd…).
E’ il politico responsabile (rispondere abilis : colui capace di dare risposte) nei frame tipici e assonanti per il nostro popolo.
Due padri con ruoli diversi, ma forse , per il momento, indispensabili l’uno all’altro.
Cosa ne sarà del loro progetto?
Per il momento sarebbe già un gran successo riuscire a dare uno sbocco a questo primo appuntamento.
In occasione della serata conclusiva della prima sessione nel 2007, della Scuola di Formazione Politica di Libertà e Giustizia a Pavia, il direttore Salvatore Veca indicò le “stelle polari” che guidavano la democrazia ad Atene tra il VI° ed il VI° sec. A.C. e che dovrebbero esserlo per ogni regime, comunità o gruppo che voglia dirsi democratico.
La prima, isotimia, consiste nell’eguale dignità e rispetto conferiti e dovuti ad ogni membro della comunità e l’altra, isegoria, è la possibilità assicurata ad ogni membro della stessa comunità di alzarsi ed esprimere liberamente in assemblea la propria opinione.
In questi giorni isotimia e isegoria hanno abitato alla Leopolda di Firenze, e noi siamo tra coloro che sperano che continuino a guidare il treno di “Prossima fermata : Italia”.

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