Meeting degli ex-studenti LeG: una rete di amicizia civica

27 Set 2010

Conclusa la due giorni di Piombino, continua l’impegno degli ex studenti delle scuole di LeG, per costruire un nucleo di temi fondamentali da approfondire, una sorta di priorità da realizzare su cui incalzare il mondo della politica in vista di un’ ipotesi di governo per fare uscire l’Italia dal pantano, un contributo per risollevare la testa intorno a progetti concreti

Una “rete di amicizia civica” e un serbatoio di idee e spunti programmatici, queste le due connotazioni forti emerse dalla discussione del primo meeting degli ex studenti delle scuole di Libertà e Giustizia che si è svolto a Piombino sabato e domenica scorsi. “Oggi è un inizio, la società civile ha bisogno di voi”, ha esordito ha esordito Sandra Bonsanti, aprendo i lavori insieme a Salvatore Veca. Il direttore di tutti i corsi di formazione di LeG, ha spiegato come nel 2007, a Pavia, a fronte di una domanda sempre più urgente di “cultura politica”, sia nata l’ idea di una scuola che avesse caratteristiche “residenziali”, lavorando quindi d’accordo con l’università locale e reclutando da subito le migliori risorse del Paese, da Zagrebelsky a Onida a Rodotà, tra i primi a salire sulla cattedra del Collegio Ghislieri. Guadagnando quindi sul campo un solido “capitale di reputazione” che ha poi permesso che le scuole si diversificassero. Modena con le politiche di genere, Poggibonsi sulla storia della democrazia, Genova, che partirà il prossimo dicembre, con un corso dedicato alle trasformazioni in atto nelle Città. Da ciò l’ importanza di continuare con le scuole, di formare reti di amicizia civica, rispondendo con le nostre reti di “lillipuziani” al tentativo sempre più aggressivo di scardinare la Costituzione, ricordando con Tocqueville che alla tirannia della maggioranza bisogna rivendicare “la libera arte di associarsi”. Spunti di riflessione che scatenano il dibattito con gli studenti, che raccontano di quanto hanno appreso nei corsi frequentati e di come lo abbiano coniugato nel loro vissuto sociale e politico.
Di quanto sia a volte difficile, sul territorio, parlare di contenuti senza finire in sterili terapie di gruppo (Franco, Grosseto); abbiamo delle belle menti, dice Massimo di Roma, perché non riusciamo a produrre idee e progetti invece che candidati? Rafforza il concetto Donato di Pescara, c’è semente messa a dimora che non riesce a germogliare, strato silente su cui si deve lavorare. E Irma che arriva da Belluno in cerca di libertà, libertà dagli incasellamenti e dagli schemi cui ti costringe la politica. Camilla di Milano: i cittadini sono senza voce, bisogna trovare strumenti per incidere. Rita, Bologna, facciamo rete, ma su quali contenuti? Facciamo noi un programma, che sia il candidato a scegliere noi, non noi il candidato. Dario, con sua moglie Stefania, organizzatore del meeting: diventiamo portavoci  di un nuovo sistema politico, ripartendo dalle persone. E molti altri ancora che aggiungono spunti e proposte,  da far dire a qualcuno, ci vorrebbe la “dittatura del buon senso”, tante sono le cose semplici e condivisibili su cui si ragiona. Per mettere in rete tutto questo bagaglio di  idee e di progetti, prendono la voce Sergio Maistrello e Mario Tedeschini Lalli esperti di comunicazione e nuovi media. Maistrello parla del sito di LeG e delle grandi opportunità date dai vari social network: da Slideshare su cui postare testi e documenti a Flickr su cui caricare foto; dalla community di Facebook a quella di Friendfeed a Twitter, su cui scrivere brevi messaggi da far circolare sul web. Tedeschini Lalli che per la sua lezione parte con un gustosissimo video d’antan di Corrado Guzzanti spiega che la rete, di per sé, non è buona né cattiva ma può essere  il luogo dei diritti, della partecipazione, della cooperazione per raccogliere e organizzare informazioni.
Paul Ginsborg, nella sua chiacchierata al caminetto, racconta il suo nuovo libro che sta per uscire con Einaudi. “Salviamo l’Italia”, prospettiva ambiziosa ma non impossibile se si recuperano, a detta dello storico inglese di fresca cittadinanza italiana, alcune peculiarità positive: dall’antica centralità dei comuni alla mortificata vocazione europea, dal principio di eguaglianza alla “mitezza” dei modi unita alla fermezza nei proponimenti, tutte suggestioni che accendono il dibattito nonostante l’ora tarda e il violento temporale che provoca brevi black out in sala.
Domenica mattina è la volta di Anna Vinci, che introdotta da un ricordo di Sandra Bonsanti sugli anni in cui faceva giornalismo d’inchiesta su Gelli, tratteggia la personalità di Tina Anselmi, presidente della Commissione P2, di cui ha trascritto i diari. Ai quattro punti indicati da Ginsborg per salvare l’Italia di oggi, la Vinci aggiungerebbe la categoria della “resistenza”, qualità applicata per tutta la vita dalla ex-partigiana Tina.
Con quest’ultima relazione si chiude la due giorni di Piombino ma non il fermento di idee e di spunti programmatici che gli studenti si apprestano già da oggi a far girare tra tutti gli allievi delle scuole di LeG, per costruire un nucleo di temi fondamentali da approfondire, una sorta di priorità da  realizzare su cui incalzare il mondo della politica in vista di un’ipotesi di governo per fare uscire l’Italia dal pantano, un contributo per risollevare la testa intorno a progetti concreti.

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Guarda le foto (di Edoardo Galatola)

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