La gelida rassegnazione di Berlusconi: “Prepariamoci anche alle elezioni”

27 Lug 2010

ROMA – La corda si è spezzata, con Fini non ci sono più margini per un accordo. La certezza che gli eventi stiano precipitando ce l’ha avuta chi ieri è andato a colloquio con il premier ad Arcore. Berlusconi sarebbe “tranquillo”, assicurano, addirittura “sereno”. Ma di quella serenità di chi non ha più niente da perdere ed è pronto a giocarsi fino in fondo l’ultima partita.

Il Cavaliere, dopo aver letto le ultime dichiarazioni del presidente della Camera, è convinto di essere giunto davanti a un bivio. Con Gianfranco Fini la storia è finita, ora si tratta di decidere cosa fare. “Noi andiamo avanti con il governo – ha spiegato – ma ormai dobbiamo essere pronti a tutto, pronti alle elezioni intendo”. Non è la prima volta che questa ipotesi – il voto anticipato a marzo-aprile – affiora nelle conversazioni del Cavaliere. Sono le circostanze ad essere cambiate, rendendo tutto drammaticamente più reale. Dunque la massima priorità ora è rifondare il partito, renderlo adatto allo scontro elettorale, “tutto deve essere pronto nel caso la situazione precipiti”. A questo Berlusconi intende dedicarsi come una missione. Il Pdl infatti non è mai nato, non ha iscritti. “Dobbiamo radicarci sul territorio”, ha detto ieri Berlusconi, “iniziare a coinvolgere la gente, tornare a parlare con le persone in strada”. Senza escludere un ricambio al vertice di via dell’Umiltà, ora impedito perché sembrerebbe una resa a Fini.

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