Intercettazioni, un problema per la stampa e la magistratura

18 Giu 2010

Redazione

Un convegno a Palazzo Vecchio di Firenze, dedicato al costituzionalista fiorentino Paolo Barile è l’occasione per fare il punto sul ddl intercettazioni

“Il problema delle intercettazioni interessa anche la libertà di informazione e di stampa, ma interessa soprattutto l’attività di investigazione della magistratura: quello è il punto di fondo”. Lo dice il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari, a margine di un convegno in Palazzo Vecchio dedicato al costituzionalista fiorentino, Paolo Barile. “In Italia – ha aggiunto Scalfari – c’è libertà di informazione per chi vuole che ci sia; poi ci sono quelli che non vogliono che ci sia e quindi c’è un contrasto in corso, molto vivace, di cui aspettiamo di vedere l’esito”.

“Berlusconi, un giorno sì e l’altro pure, dice che ci sono pericolosi soggetti ‘filo Costituzione’: ormai siamo talmente abituati che non si reagisce nemmeno più, – dice ancora Scalfari – perché è un rosario che si snocciola per 7 volte alla settimana e che ha come bersaglio la Costituzione”. Per Scalfari la Costituzione è stata “più volte insidiata da progetti complessivi di riforma: la prima fu fatta da Bettino Craxi, poi da organi bicamerali, poi venne il ‘picconamento’ di Cossiga, il giurista Miglio e poi arrivò Silvio Berlusconi”. Dopo il suo intervento, a margine del convegno, rispondendo ai cronisti, Scalfari ha aggiunto che “Berlusconi vuole una riforma costituzionale che dia potere autoritario al potere esecutivo, indebolendo gli altri poteri che caratterizzano uno stato di diritto”. “Il tema è molto chiaro – ha concluso -: da un lato una deformazione della parola democrazia verso la parola autoritarismo e dall’altro, invece, il mantenimento di una democrazia pluralista e costituzionalista”.

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