“Legittimo impedimento”, il nuovo Lodo per salvare Berlusconi

23 Nov 2009

Si nota un grande arrabattarsi nel centrodestra per salvare il premier dai processi pendenti e, forse, da quelli futuri. Prima ci fu il Lodo Alfano uno, cassato dalla Consulta; poi l’avvocato Ghedini si è inventato il ddl sul “processo breve”, tuttora traballante perché chiaramente a rischio di illegittimità (martedì 24 comincia l’iter al Senato); in seguito si è formulata l’ipotesi di un Lodo Alfano bis, ma con legge costituzionale, anziché ordinaria (giovedì 26 se ne saprà di più, forse); intanto è stato presentato, da Margherita Boniver, un ddl per il ripristino integrale dell’immunità parlamentare. Insomma c’è un continuo tramestìo. Adesso si sta studiando un terzo (o quarto?) Lodo per garantire al capo del governo il “legittimo impedimento”, in forma permanente e senza condizioni, fino al termine del mandato. Cioè, pare di capire, Berlusconi potrebbe, con la nuova legge, opporre sempre e comunque, senza tante giustificazioni di Ghedini, ai Tribunali che lo dovessero convocare, l’impedimento legittimo perché impegnato a governare il paese. “Una legge di poche righe”, spiega l’inventore di quest’altro “mini Lodo”, il leader Udc Casini (che già aveva proposto la settimana scorsa un Lodo Alfano bis in veste costituzionale), per evitare di sfasciare la giustizia con il ddl sul “processo breve”. Si rivolge al Pdl, Casini: “Assumetevi la responsabilità in Parlamento di spiegare al paese che il problema è Berlusconi”, e quindi “si fa una legge per Berlusconi”.

Ci pare davvero impossibile che il Pdl si presenti in un ramo del Parlamento a dire che “il problema è Berlusconi” !! Ma poi ci sono – come al solito, si dirà, che barba! – i contenuti diun provvedimento simile, che con ogni probabilità non supererebbero i controlli di costituzionalità. A nostro conforto abbiamo letto un paio di giorni fa il giurista Stefano Rodotà (su “Repubblica”), il quale ricorda che fin dal 1988 la Corte Costituzionale ha sentenziato che “i princìpi supremi dell’ordinamento italiano non possono essere sovvertiti o modificati nel loro contenuto essenziale”, neppure da leggi di revisione costituzionale “o da altre leggi costituzionali”. Naturalmente, tra questi princìpi “spicca proprio quello dell’uguaglianza dei cittadini” : articolo 3 Carta fondamentale, alla base della dichiarazione di censura da parte della Consulta del Lodo Alfano uno; uguale sorte potrebbe toccare alla Alfano bis, sia pure in veste costituzionale e allo scudo blocca-processi per “legittimo impedimento”, senza se senza ma, solo per il premier.Abbiamo già dato conto su questo sito, il 16 scorso, di alcuni profili per i quali la Corte nella sentenza 262 ha bocciato la legge salva Berlusconi. Ma abbiamo trascurato le motivazioni che sono legate al “legittimo impedimento” e che adesso, con la nuova proposta di mini Lodo, sono certo di attualità. Il relatore Gallo, al paragrafo 7.3.2.1 si sofferma ampiamente – guarda caso – proprio su questo argomento e ricorda che la Corte ha già rilevato che la sospensione del processo per “legittimo impedimento” a comparire contempera -è vero- il diritto alla difesa con l’esercizio della giurisdizione, “differenziando la posizione processuale del componente di un organo costituzionale”, ma solo “per lo stretto necessario, senza alcun meccanismo automatico e generale” (sentenze Consulta n.451 del 2005, n.391 e n.39 del 2004 e n.225 del 2001).

Quindi, l’esigenza della tutela del diritto di difesa “è già adeguatamente soddisfatta in via generale dall’ordinamento, con l’istituto del legittimo impedimento”. Quello già vigente e regolato, non uno diverso e più ampio, concepito solo per un unico utilizzatore finale.

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