Fitto, ispettori alla Procura che indaga il ministro

08 Mag 2009

Tutto confermato: siccome c’è una “rilevanza mediatica” dei due procedimenti penali a carico dell’attuale ministro degli Affari ragionali Raffaele Fitto, “l’apparato ministeriale si mobilita”, cioè il suo collega, di governo e di partito berlusconiano, Angelino Alfano, è intervenuto nella sua qualità di Guardasigilli, spedendo alla procura di Bari gli ispettori per verificare che tutto sia in regola. Se cioè sia lecito (per l’interessato non lo è, e lo ha proclamato ai quattro venti) vedere Fitto imputato in due distinti procedimenti per la sua precedente attività di governatore della regione Puglia. E imputato non per qualche quisquilia ma per reati gravissimi: associazione per delinquere, finanziamento illecito ai partiti, falso ideologico, concorso in corruzione (gli sono già stati sequestrati 500mila euro), peculato, concorso in interesse privato, turbativa d’asta. Di “mobilitazione” del ministero (”la cui solerzia ed attenzione trovano l’apice nell’intervento del Guardasigilli”, testuale) ha parlato nell’aula della Camera la sottosegretaria Maria Elisabetta Alberti Casellati rispondendo all’interpellanza – ne avevamo riferito qualche giorno fa – di alcuni deputati del Pd assai allarmati della miracolosa e decisamente intimidatrice coincidenza tra le decisioni dei magistrati e la ispezione ministeriale disposta – ecco un punto scandaloso – su richiesta proprio dell’imputato.

La portavoce di Alfano ha detto persino di più: che, cioè, in relazione alla vicenda “indubbiamente complessa e delicata” segnalata dai parlamentari democratici, “va sì affermata la piena autonomia dell’autorità giudiziaria ma anche l’indipendenza del ministro che, nell’esercizio dei suoi poteri, si pone come garante di interessi istituzionali comunque meritevoli di attenzione e tutela”. Replica indignata della deputata Cinzia Capano: “Non credo né mi risulta che il ministro attivi inchieste tutte le volte che un indagato o un imputato lamenti comportamenti non corretti. Men che mai ritengo che il ministro attivi queste inchieste nelle fasi in cui si trovano i due procedimenti a carico di Fitto”: uno dei processi si trova nella fase dell’udienza preliminare e la prossima udienza è fissata per il 25 maggio: mentre l’altro si trova nella fase degli atti preliminari al dibattimento con prima udienza fissata per martedì prossimo, 12 aprile!D’altra parte la “rilevanza mediatica” della vicenda è stata dovuta esclusivamente alle furibonde, pubbliche reazioni di Fitto alle iniziative della magistratura. E l’attivazione del potere d’inchiesta proprio mentre è in corso una udienza preliminare “ovviamente rafforza a dismisura l’effetto mediatico”, ha sottolineato Cinzia Capano. In buona sostanza l’esposizione ai media non sta tanto nei procedimenti a carico del ministro Fitto, “quanto proprio e soprattutto nel fatto che il ministro della Giustizia, collega del ministro Fitti, abbia disposto una indagine – ha aggiunto la deputata del Pd – che accompagnerà i procedimenti come un angelo custode e protettore”.

Come dire che la risposta della sottosegretaria “non suona altro che come una drammatica conferma della grave violazione dei principi di democrazia e dello stato di diritto di cui questo governo è, ogni giorno di più, perfetto interprete”.
Il ministro, l’inchiesta e gli ispettori

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