ORA

05 Nov 2008

Il futuro, oggi in questa alba di una nuova era, nessuno sa pensarlo.Ma i cittadini di mezzo mondo e di ogni colore che si incontrano nelle strade e nelle piazze di questa grande America e si salutano e sorridono come vecchi amici con una storia comune alle spalle sanno di appartenere a questo futuro che Barack Obama ha conquistato per ognuno di noi.Si è mossa per questo presidente afroamericano una fiumana di vite, di storie, di speranze. Si è mossa e tutto il mondo lo sa, lo vede e aspetta.”E’ la forza della nostra democrazia”, dice Obama a milioni che disperavano che fosse ancora possibile ritrovare la strada dei valori, dei diritti uguali per tutti e scrivere un nuovo capitolo nella storia dell’umanità.Può sembrare banale, in queste ore, ripetere quello che tutti sentiamo, con parole più o meno simili e magari con accenti diversi: che il 4 novembre del 2008 la Storia è passata di qua, in questa parte del nuovo continente che rischiava di essere sempre più lontana, più estranea al resto dell’umanità. Una pagina scritta guardando “alla vetta della montagna dal fondo della valle”, in un abbraccio ideale i cittadini in fila per ore davanti ai seggi delle città o di quelli più piccoli nelle stazioni dei pompieri sparse per le grandi distese infiammate dai colori dell’autunno. Ieri mattina in una di queste stazioni nella cittadina di East Hampton, a Long Island, una signora anziana con la treccia da figlia dei fiori mi ha sorriso dicendo: “Ora o mai più”. Le stesse parole che erano scritte nella lettera che ognuo di noi volontari – anche per poco tempo – abbiamo ricevuto dai capi della campagna elettorale di Obama: “It is NOW or NEVER”.

Ce l’hanno fatta, ORA.E sento che con questo atto di coraggio e di speranza, con questa riscoperta di valori dei “padri fondatori” gli Stati Uniti hanno anche vendicato, rendendo loro il massimo omaggio, l’assassinio di John e Robert Kennedy, l’omicidio di Martin Luther King. Non morirono invano, hanno reso possibile, dal fondo di quegli anni ’60 la vittoria oggi di Obama.E ora studiamo bene questa infallibile campagna elettorale, di attacco frontale al presidente Bush, a cui Obama non ha risparmiato niente nella sua marcia verso il futuro, e i giovani lo hanno capito e i vecchi gli hanno creduto.La democrazia per essere forte e vincente deve poter contare sull’autorevolezza e la competenza della classe dirigente. Deve ispirare fiducia, non moltiplicare delusione su delusione. Ora o mai più. Ed è stato ORA.

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