Poco meno di 44 miliardi il giro d’affari della criminalità organizzata calabrese. Quasi 14.000 le denunce per reati assimilabili alla ’Ndrangheta, 507 gli atti intimidatori a danni del tessuto socio-economico e politico, sciolto per infiltrazione mafiosa il 10 per cento dei comuni, oltre 1.150 i beni immobili e aziendali confiscati. Tra il 1992 e il 2007, a tutte le organizzazioni criminali presenti sul territorio nazionale sono stati complessivamente sequestrati beni per un valore pari a oltre 5,2 miliardi di euro, di questi circa 231 milioni di euro provenivano dalle ’ndrine.Tra il 1999 e il 2008, in Calabria, si sono verificati 202 omicidi per motivi di ’Ndrangheta facendo registrare un incremento del 677%. Secondo il 22,1% dei calabresi tra le principali cause della diffusione della criminalità organizzata vi sono “le scarse risorse a disposizione della magistratura e delle Forze dell’ordine”. Bocciata “la presenza dell’esercito militare a presidiare il territorio”: indicata soltanto dal 6,7% dei calabresi come possibile misura di contrasto.Questi, alcuni dei dati che emergono dal Dossier ’Ndrangheta 2008 realizzato dall’Eurispes.
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