Il Governo nella fossa dei leoni

12 Lug 2007

La differenza tra un testo e l’altro per i comuni mortali non è di quelle che generano ansia per il futuro della Repubblica: i pubblici ministeri e i giudici se vorranno cambiare funzione dovranno anche cambiare provincia (non solo circondario, che in alcuni casi corrisponde con la provincia). Solo che il riferimento alle circoscrizioni era quello concordato dopo ore e giorni di discussione all’interno della maggioranza.
Dunque, l’incidente occorso al governo al Senato non sarà davvero l’Apocalisse, come dice il ministro Mastella, ma qualche riflessione ci costringe a farla. Ci sembra di poter affermare prima di tutto che il clima nell’Unione non promette nulla di buono, anche a breve scadenza. Non ci sono ovviamente più accordi o compromessi che vadano bene a tutti e soprattutto che tutti si impegnano a rispettare. Anche quando la posta in gioco è di piccola portata, prevale l’impulso a non rispettare i patti. Il Parlamento è libero di cambiare le leggi proposte dal governo, ma quando una maggioranza di governo decide di votare un testo in una situazione di perenne emergenza come è quella al Senato sarebbe bene rinunciare alle proprie piccole soddisfazioni. Nel caso dell’emendamento Manzione era prevedibile che sarebbe stato votato dalla opposizione, quindi o lo si ritirava o lo si faceva proprio.
Il secondo punto riguarda la tendenza irrinunciabile a far valere la propria piccolissima forza, che può essere però decisiva. La si chiama “dittatura della minoranza” che forse è meno pericolosa di quella della maggioranza, ma comunque assai dannosa.

Essa si basa infatti spesso sul nulla, sull’aria fritta. Ma è quel nonnulla che ti fa avere il titolo sul giornale. A costo di mettere in difficoltà il governo.
Infine, un’ultima cosa: la rappresentazione visiva della debolezza della politica è sempre più viva. Chi comanda, chi governa in questa fase il nostro Paese? Un senatore qualsiasi, un ministro che minaccia di andarsene a ogni piè sospinto, un partito che ancora non c’è, un parlamentare che rimane a casa o va a fare il bagno in piscina? Verrebbe da dire: vergogna. Ma ci direbbero che siamo i soliti moralisti.

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