Lotta alla mafia: iniziativa di LeG

23 Mag 2007

“Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana”. Sono passati soltanto 15 anni da quel 23 maggio 1992 quando, alle 17.58, Giovanni Falcone fu fatto saltare in aria con la moglie Francesca e tre agenti della scorta, mentre percorreva il raccordo tra Punta Raisi e Palermo, nei pressi di Capaci. Nemmeno due mesi dopo, anche il suo amico e collega Paolo Borsellino sarebbe stato assassinato dall’esplosivo mafioso insieme a cinque agenti della scorta nella palermitana via D’Amelio.
Quindici anni dopo quegli omicidi, il presidente della Commissione Antimafia Francesco Forgione invita a non abbassare la guardia: “Occorre elevare l’azione di contrasto alla mafia e alla criminalità organizzata: il governo deve fare di più, dotandosi di più strumenti e arrivando subito all’approvazione del testo unico di norme antimafia, antiusura e antiracket”.
Libertà e Giustizia ha invitato Forgione ad un incontro in programma il 14 giugno a Milano (ora e luogo saranno comunicato appena possibile), dal titolo: “Lotta alla mafia: una priorità permanente”. Gli altri relatori saranno l’avvocato Giuliano Pisapia, i giornalisti Gianni Barbacetto e Peter Gomez, Nando Dalla Chiesa e il magistrato Maurizio Romanelli, che si occupa da molti anni della criminalità organizzata attiva a Milano e nel nord-Italia.

Sarà l’occasione per fare il punto, dopo tanto silenzio, su inchieste del passato e nuove indagini. Sui rapporti tra criminalità organizzata e politica. E sarà anche l’occasione per parlare con gli autori di alcuni libri a tema, pubblicati di recente.
Peter Gomez ha da poco dato alle stampe, con Lirio Abbate, “I complici. Tutti gli uomini di Bernardo Provenzano da Corleone al Parlamento”, Fazi editore, biografia dell’ultimo capo dei capi letta attraverso le sue alleanze politiche ed economiche: dall’accordo con il Partito Socialista del 1987 fino alla stagione delle bombe di mafia del 1992-93; dall’arresto di Totò Riina fino al patto stretto, secondo i magistrati di Palermo, con i vertici di Forza Italia e dell’UDC siciliana. Un viaggio nella Mafia SpA, un’organizzazione criminale che in Sicilia controlla buona parte degli appalti pubblici, lavora con molte cooperative rosse e imprese di dimensione internazionale, ha uomini infiltrati nelle banche, nelle istituzioni economiche, come la Confindustria, e in quelle culturali, come l’università.
Nando Dalla Chiesa, sottosegretario all’Università e Ricerca, è autore del recente “Le ribelli”, Melampo editore. Il libro racconta la storia di sei donne che hanno sfidato la mafia per amore. Francesca Serio, la madre del sindacalista contadino Salvatore Carnevale. Felicia Impastato madre di Peppino, il protagonista de I cento passi. Saveria Antiochia, la madre del poliziotto Roberto, ucciso con il “suo” commissario Ninni Cassarà.

Michela Buscemi, due fratelli vittime di Cosa Nostra, uno contiguo agli ambienti dei clan, eppure coraggiosa parte civile al maxiprocesso di Palermo. Rita Atria, sorella di Nicola, giovane boss dello spaccio, diciassettenne collaboratrice di Borsellino e disperatamente suicida dopo la strage di via D’Amelio. Rita Borsellino, sorella dello stesso giudice, nei fatti simbolo più alto di questa ribellione.

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