“Senza di voi non sarebbe stato possibile”

18 Feb 2006

Una lezione di passione civile. Quando Oscar Luigi Scalfaro, giovanissimo, fu chiamato a far parte dell’Assemblea costituente – era il 1946 – certo non poteva immaginare di dover combattere, sessant’anni dopo, l’ennesima battaglia di democrazia. Al gruppo di volontari di Salviamo la Costituzione che in tre mesi ha raccolto, di piazza in piazza, di città in città, le oltre 800mila firme per la richiesta di referendum contro la riforma della Carta repubblicana, dice frasi che sembrerebbero d’altri tempi: “questo è lavorare per la libertà”; “voi siete i veri custodi della Costituzione”.Nel ristorante romano a pochi passi dal Palazzaccio che ha inghiottito le firme, sposta i tavoli per formare un ferro di cavallo. “Voglio vedervi tutti e parlare con voi”, dice al gruppo di 35 che comprende giovani universitari, uomini e donne di sindacati, partiti e associazioni. Una piccola rappresentanza di quanti hanno prestato ore e giorni del loro tempo per la causa. Obiettivo: dire no alla riforma che stravolge 53 articoli della seconda parte della Costituzione.Ci sono associazioni, come Libertà e Giustizia che dal febbraio del 2004 tentano di fermare lo scempio; ci sono facce che si sono già viste davanti a Montecitorio o al Senato, per dire “no” in silenzio, compostamente, mentre in Aula si votava questa o quella modifica; ci sono i Giovani per la Costituzione che si sono improvvisati tante volte sandwich-man, vestendo cartelloni con gli articoli della Carta fatti a pezzi dalla Casa delle Libertà.

Scalfaro li ha già visti tutti; spesso li ha incoraggiati, sicuramente confortati con la sua presenza. Nella sede nazionale della Cgil, quartier generale del comitato referendario, restano le tracce delle ultime frenetiche settimane di lavoro: scatoloni vuoti e post-it, vignette di Altan, elenchi di città, cartine geografiche e numeri ovunque.Il compito ufficiale è appena concluso: i leader politici del centrosinistra si sono fatti garanti. In via Ulpiano si sono stretti attorno a Scalfaro Fassino, Rutelli e Russo Spena. C’era il segretario confederale della Cgil Nerozzi, il presidente delle Acli Luigi Bobba e per i girotondoni Marina Astrologo e Silvia Bonucci. A quel punto Scalfaro pensa ai “ragazzi”. E quando anche gli ultimi siedono a tavola è segno che i faldoni con le firme sono stati depositati. Simona Peverelli, Giovanni Bachelet, Maurizio Chiocchetti e Francesco Baicchi sono i firmatari.Ora c’è un verbale negli uffici della Cassazione che dice che sono 830.987 gli italiani che chiedono un referendum costituzionale. E’ la prima volta che tocca ai cittadini farsi promotori di una consultazione sulla legge fondamentale dello Stato. Si mangia. Antipasti romani e spaghetti “ inciucio”. Scalfaro esulta: “Abbiamo creduto moltissimo nella partecipazione dei cittadini e di voi tutti che siete i veri custodi, i garanti della Costituzione. Lo sappiamo, il lavoro non è stato facile, perché i tempi erano piuttosto ristretti. Abbiamo dovuto fronteggiare il maltempo e misurarci anche con il religioso silenzio osservato dai media”.E torna alla mente il discorso ripetuto tante volte: “Io sostengo sempre che garanti della Costituzione sono anzitutto il Capo dello Stato e il Parlamento e il Governo stesso che sulla Costituzione ha giurato e la Corte costituzionale anche, ma la prima, vera, umana, giuridica garanzia è il singolo cittadino.

Quando noi, all’assemblea costituente, il 27 di dicembre del ‘47, dando il voto globale a ciò che era stato votato e discusso, articolo per articolo, in un anno e mezzo di lavoro intenso, abbiamo votato, su 556 – tanti eravamo stati eletti il 2 giugno ’46 – 62 sono stati i voti contrari. Allora è segno che la maggioranza enorme che si è espressa ha consentito che ogni cittadino potesse dire: questa Carta è anche mia”. Un tuffo nel passato.Squilla il telefonino del presidente: “Scusate, è Prodi – dice, chiedendo il silenzio – mi ringrazia e vi ringrazia per il lavoro fatto, per il lavoro di tutti i volontari e degli altri componenti del Comitato e ai partiti senza il cui contributo non saremmo arrivati a questo straordinario risultato”.

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