Ricerca, un nodo cruciale per lo sviluppo

30 Nov 2005

Decisamente animato e ricco di proposte il convegno La Ricerca in Italia: che fare? (in alto, una foto del tavolo dei relatori) tenutosi martedì 29 novembre, al Centro di Documentazione Economica per Giornalisti a Roma. Un’ottantina di soci e simpatizzanti di Libertà e Giustizia si sono dati appuntamento per discutere le delicate tematiche del rilancio degli investimenti nell’ambito della Ricerca. In occasione dell’incontro è stato presentato il documento prodotto dal Gruppo di Lavoro “Scuola, Università e Ricerca” del Circolo LeG di Roma.Tra i relatori intervenuti si è palesato un sostanziale accordo sulla necessità di mettere la Ricerca al centro dello sviluppo dell’Italia. Per Enrico Letta, responsabile economico della Margherita, bisogna rendere più vincolante l’Agenda di Lisbona del 2000, cercando di non svilirla e depotenziarla come il governo di centrodestra ha fatto da anni. Il moderatore Fabio Orecchini, docente di Sistemi per l’Energia, accenna allo sviluppo strutturale ed al Giappone, modello vincente di innovazione e ricerca perenne, in grado di attraversare e superare le crisi congiunturali più difficili. Per Walter Tocci , responsabile Ricerca DS, è tempo di scelte coraggiose. Quatto i punti essenziali per risollevare la Ricerca in Italia: aprire le porte della Ricerca ai giovani, sviluppare la Ricerca sinergicamente nel quadro dell’Europa, premiare il merito ed aiutare le aziende a fare ricerca.

Lucio Bianco, già presidente del CNR, si sofferma sulle strategie di lungo periodo, non attuabili in una sola legislatura, e sull’incentivo alla Ricerca di base. La ricerca deve servire, non asservire. Critico ed articolato il panorama di interventi provenienti dai soci in platea. Per tutti lungimiranza e pragmatismo devono guidare l’azione di rilancio delle politiche di Ricerca nel nostro Paese.

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