Etica, democrazia e Costituzione

21 Nov 2005

Redazione

VENARIA REALE (Torino) – “Bisogna rilegittimare la Costituzione a partire dai suoi fondamenti”. Gustavo Zagrebelsky lancia l’apello dal seminario di LeG “Etica e Democrazia”. Tra i relatori della prima di due giornate di studio per scandagliare valori e principi della politica, il presidente emerito della Corte Costituzionale solleva però dubbi e interrogativi sul referendum per il no alla riforma della Costituzione. Teme che possa essere motivo di divisione del Centrosinistra: “Se vincono i No, non avremo questa riforma, ma poi? Il quadro non è chiaro: il vaniloquio costituzionale non ha risparmiato nessuno e delle uniche lacune della Carta del ‘48, la libertà d´informazione e i rapporti tra Italia e Ue, non si sente mai parlare. Perché il vero problema – prosegue Zagrebelsky – non è tanto il contenuto della riforma, quanto la cultura istituzionale di chi la propone”. Nella cornice della Villa dei Laghi al parco regionale della Mandria, alle porte di Torino, Sandra Bonsanti coglie l’occasione per anticipare il prossimo impegno dell’associazione: “raccoglieremo le firme per il referendum contro questa brutta riscrittura della nostra Carta”. L’appuntamento è per mercoledì in Cassazione, quando insieme ai rappresentati di associazioni, partiti e sindacati, riuniti nel Coordinamento per il no alla riforma verrà depositata la richiesta.

In sala, nella biblioteca della villa, il pubblico è attento: anima il dibattito alla fine di ogni relazione.Per Zagrebelsky che rivendica con Oscar Luigi Scalfaro il ruolo di “conservatore della Costituzione”, il pericolo può annidarsi nei programmi dei politici che “bocciano questa riforma ma non escludono possibili ritocchi”. Per questo mette in guardia: “Attenzione a non ripetere errori già fatti: quando si parla di Costituzione è bene essere conservatori. C’è un grande bisogno di tornare ai principi della nostra Carta e lasciare da parte il lavorio continuo di riforma”. La ricetta di Zagrebelsky? “Trovare un terreno comune di unità nei valori fondamentali. E forse su quello potremo rilegittimare la Costituzione”. Laicismo, etica, valori sono i temi ricorrenti del seminario. “Di questi tempi – sostiene Giovanni Bachelet, garante di LeG – va di gran moda parlare di valori, ma la politica si giudica sulla base dei programmi e delle persone; principi sintetici e condivisi già esistono nella Costituzione. Rincorrere sul tema dei valori una destra che parla con disinvoltura di Dio, vita e morte rischia di essere un terreno scivoloso”. Meglio parlare di principi, invita Massimo L.Salvadori.

“Il termine valori – spiega lo storico – implica un pericolo di assolutizzazione: per il valore ‘Pace’ non si esclude nemmeno la guerra. I principi invece si pongono all’inizio di un percorso e non si possono tradire”. Poi cita Bobbio che sosteneva che “i diritti dell’uomo, per fondamentali che siano, sono diritti storici, cioè nati da un contesto ben preciso”. Per Mario Pirani, editorialista di Repubblica, “il rapporto tra religione e politica sta diventando un valore finale. Anche la sinistra chiede lumi alla Chiesa per dare un senso alla vita pubblica, perdendo l´orgoglio culturale della propria idea materialista della storia; la vita politica è ridotta alla rincorsa dei commessi viaggiatori del cattolicesimo, eletto ad unico sostituto delle idealità. E pensare che non molto tempo fa la questione del laicismo era poco più che un fatto di folclore, le questioni politiche erano ben altre”. Per un laico, dice ancora Pirani “la vita non è creazione perfetta una volta per tutte. Si vive nel dubbio, l’illuminista non è credente ma difende la libertà di religione, di esperimento e di ribellione”. Per questo, dice, “è impossibile comprendere il conflitto arabo-israeliano senza conoscere i testi sacri. Occorrono occhiali biblici per una vicenda metastorica in cui, in un pezzo di terra, si scrontrano le tre religioni monoteistiche del mondo”.

Ma è Teresa Petrangolini di Cittadinanza attiva che mette in evidenza i mali della “politica che trascura i valori o li usa solo a fini elettorali”. Petrangolini pesca a piene mani negli interventi della sua associazione a favore dei malati bistrattati da un sistema sanitario che fa acqua o delle mamme “degli angeli di San Giuliano”, i bimbi morti nel crollo della scuola in seguito al terremoto del 2001. Per parlare di etica e politica l´antiberlusconismo non basta, sostiene il professor Franco Cordero. Anche se il racconto tragicomico dell’ultima legislatura, scatena ilarità. “La procedura penale va ricodificata – insiste Cordero – Occorre disinnescare gli ordigni criminogeni innescati dal legislatore negli ultimi anni. Il colmo dell´abilità forense, oggi, è impedire al giudice di pronunciarsi, mentre negli uffici giudiziari mancano personale ausiliario e strutture adeguate”. Poi tocca all’economista Luigi Spaventa disegnare il quadro di un paese sempre più vecchio. “E’ possibile una cura Thatcher di sinistra in Italia? – si chiede Spaventa – Di sicuro gli obiettivi dovrebbero essere fondamentalmente tre: la manutenzione del bilancio pubblico, il riavvio della crescita e il rilancio del welfare”. Ma il problema resta confinato nei limiti di una politica come quella di casa nostra “piuttosto miope, incapace di fare cose che rendono a distanza, due o tre legislature più tardi”.

Le domande dal pubblico sono incalzanti; i temi sul tavolo di grande attualità, dalla legge Biagi alla Finanziaria, dalla riforma elettorale al risparmio.Allo storico Giovanni Ferrara sono affidate le conclusioni del seminario. E sulle tracce delle radici di democrazia nel mondo antico, attraverso Aristotele e Platone, Ferrara non dimentica di sottolineare che “la storia della democrazia comincia con un assassinio: Pericle all’inizio lavora con Efialte, un amministratore democratico e illuminato, ucciso – si direbbe oggi – in circostanze poco chiare”.

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