In piazza contro la Riforma

03 Ott 2005

Redazione

L’ha annunciato dalla Sicilia: “Faremo a Roma una grande manifestazione contro la legge elettorale che vuole scardinare le regole della democrazia italiana e contro la finanziaria, che è soprattutto rivolta a danno degli enti locali e del sistema sanitario”. Romano Prodi chiama a raccolta il popolo dell’Ulivo e la società civile.
L’appuntamento è per domenica 9 ottobre, dalle 11 in piazza del Popolo a Roma (in un primo momento si era parlato di sabato 8, ma poi si è deciso di posticipare di un giorno per lo sciopero dei giornalisti radio televisivi). “Sarà una manifestazione di piazza – ha spiegato Prodi – seria, forte e compatta, per la protezione dei più deboli”.
Una protesta civile contro la Finanziaria dei tagli, innanzitutto, poi anche contro la legge truffa. Martedì 11 ottobre la riforma elettorale voluta da Silvio Berlusconi e da Pierferdinando Casini arriva in aula alla Camera e l’Unione è pronta a dare battaglia in Parlamento. Forte anche del sostegno che sarà riuscita a trovare in piazza, domenica.
Libertà e Giustizia accoglie l’appello di Romano Prodi e scende in piazza domenica, pronta a manifestare come sempre, per difendere la democrazia, contro l’arroganza di questa legge elettorale proposta a fine legislatura e contro una Manovra che non prevede nulla per rilanciare l’economia del Paese ma si annuncia gravosa per welfare, servizi sociali e salute dei cittadini.
Il perché di una manifestazionedi Romano Prodi
Abbiamo sentito l’esigenza di manifestare la nostra critica e la nostra indignazione.

Abbiamo l’obbligo di spiegare che cosa c’è dietro il muro delle dichiarazioni di comodo, cosa si cela dietro questa nebbia di comunicazione con cui si nascondono le reali, gravi conseguenze di questi due provvedimenti. Della legge di riforma elettorale e della legge finanziaria.
Per una volta mi concentrerò solo ed esclusivamente sui due temi che saranno oggetto della manifestazione. Sarò perciò a vostra disposizione per rispondere alle domande su questi argomenti e non su quelle su altri temi.Ho letto gli scenari e le numerose dichiarazioni che riguardano il mio destino nel caso di approvazione della legge elettorale. Su questo argomento ritengo non ci sia altro da dire se non che la mia priorità e quella di tutta l’Unione è e deve essere di impedire che questa legge passi. Ritengo inutile e prematuro parlare d’altro. Punto e basta.
Veniamo ai provvedimenti. La legge elettorale – sia chiaro – ha un solo ed esclusivo fine strumentale: limitare i danni della sconfitta e consegnare a chi vince una maggioranza meno ampia, una situazione di sostanziale ingovernabilità. Con l’obiettivo di aumentare il potere di interdizione delle forze di opposizione e di gettare le basi per la fluttuazione delle maggioranze parlamentari.Esattamente il contrario di quanto in tutti questi anni – dal referendum in poi – si è affermato anche da parte della destra. E con oggi, con la minaccia rivolta agli alleati, di elezioni anticipate in caso di mancata approvazione di questa legge, il Presidente del Consiglio ha chiarito definitivamente che si tratta di una legge “contro” e non di una legge “per”.

Dice di volerla “per logorare Prodi”, poco importa se a finire logorata sarà l’Italia. Questa legge elettorale non è un passaggio naturale, una evoluzione, ma una drammatica marcia indietro.
Questa legge è stata proposta contro ogni logica della democrazia parlamentare. E’ stata concepita e scritta in segreto senza che ne fossero dibattuti i contenuti e l’opportunità con l’opposizione. Salvo in queste ultime ore criticare la nostra poca disponibilità al dialogo. Un dialogo è un’altra cosa. Dialogare vuol dire almeno ascoltare, vuol dire partecipare alle decisioni, non essere chiamati a commentare decisioni prese da altri.
Siamo di fronte a un progetto che non prevede una riforma al servizio del paese, ma un provvedimento dettato esclusivamente da interessi di parte.
E veniamo all’altro argomento della manifestazione di domenica, la legge finanziaria. Siamo molto preoccupati di quanto la maggioranza sta preparando. Questa finanziaria, con i tagli agli enti locali, con lo spostamento di risorse, dagli investimenti prioritari a una distribuzione a pioggia in modo generico e indistinto, crea i presupposti per un aggravarsi del disagio sociale. Non è certamente una finanziaria che tiene conto dei problemi del Paese: delle famiglie che non riescono a chiudere i conti alla fine del mese, della scarsa competitività delle nostre imprese, degli aumenti indiscriminati dei prezzi, dell’esigenza di rilancio dell’economia. E’ una finanziaria che ha evidentemente l’obiettivo di lasciare al prossimo governo l’onere di affrontare questi problemi e di riparare i danni.

Per quattro anni i responsabili della politica economica del governo ci hanno detto che se l’economia arrancava era colpa dell’11 settembre, poi dell’Euro, oggi ci dicono che è anche colpa dell’Asia. Straordinaria ammissione che mi fa riflettere: o erano in malafede o non sono stati capaci di capire costa stava succedendo.
L’unica ammissione onesta che questo governo dovrebbe fare è di avere perso il controllo della spesa.
Leggiamo oggi un commento del Sole 24 Ore che dice: “…insomma, se solo il governo non avesse dissipato l’eredità dell’esecutivo precedente, oggi non ci sarebbe stato alcun bisogno di fare una finanziaria difficile e i conti italiani terrebbero la testa alta in Europa”. Non posso che condividere. Vi aspettiamo quindi domenica mattina per dimostrare a tutti gli italiani che noi crediamo nel futuro del nostro Paese.

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