Pavia, “Le primarie come laboratorio di compatibilità”

30 Set 2005

Redazione

Le primarie non sono secondarie. Ne sono certi gli ospiti convenuti a Pavia nell’incontro organizzato dal circolo locale di Libertà e Giustizia. Relatore d’eccezione, il presidente della Margherita Arturo Parisi, affiancato da due illustri professori: Ernesto Bettinelli e Paolo Segatti. Le primarie, il cui voto fissato tra un paio di settimane viene a cadere in un momento convulso della politica italiana, sono considerate un importante strumento di democrazia. La legge elettorale proposta dalla maggioranza e che verrà discussa in aula il prossimo martedì, sottolinea Parisi, oltre a segnare la fine del sistema maggioritario (preferito a maggioranza dagli italiani con un referendum), scardina e azzera il processo di modernità e di governabilità iniziato tra mille difficoltà agli inizi degli anni ’90. Bettinelli, professore ordinario di Diritto costituzionale all’università di Pavia, ripercorre gli inizi dell’avventura ulivista, la contaminazione fra tre grandi tradizioni: la cristiano democratica, la liberal democratica, la socialista, e la scommessa di unire persone con storie diverse nell’ottica di un processo condiviso. Le primarie del 16 ottobre dovrebbero essere l’occasione per costruire un programma delle “compatibilità” e i competitori “non vincitori” promettono fin da ora lealtà al programma di governo. Un’occasione unica, per Bettinelli, anche per allargare il consenso e in caso di successo per avviare un risanamento economico-sociale-etico del Paese.

Paolo Segatti, inizialmente scettico sullo strumento delle primarie, cambiò radicalmente idea quando, nel giugno scorso, fu affossata la lista unitaria. Le primarie dunque, conclude Parisi, rappresentano una scelta per l’unità che precede e e supera i partiti, rimette nelle mani degli elettori la scelta del candidato premier e del programma di governo.

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