L’esplosione del premier

21 Set 2005

Berlusconi è un uomo disperato. In faccia gli si legge sempre di più la maschera di uno con le spalle al muro. Ieri ci ha annunciato: “esploderò”. In attesa di questo evento senza precedenti, l’esplosione, cioè, di un presidente del consiglio in carica per colpa dei suoi stessi alleati di governo, noi possiamo riflettere su quanti guasti possa ancora recare al nostro Paese la disperazione del premier.
1) Conti pubblici fuori di ogni controllo e una finanziaria impostata sul recupero dell’evasione e sull’ipotesi di nuovi condoni: una assoluta contraddizione di termini, ha commentato la Confindustria. Con una mano cerchi il sommerso con l’altra dai il segnale verde a investire ancora nell’illegale.
2) Ultimo assalto alla giustizia, con l’approvazione della legge Cirielli che abbrevia i termini di prescrizione e costituisce, secondo la definizione di Carlo Federico Grosso, “la fine della giustizia penale”.
3) Approvazione in seconda lettura, alla Camera e poi al Senato, della nuova Costituzione. Contro di essa è finalmente “esplosa” la rivolta dell’opposizione, anche se l’ostruzionismo è indirizzato a far cadere prima di tutto la riforma truffa della legge elettorale. Stiamo tranquilli, ci diciamo ogni giorno, che la Costituzione di Calderoli non passerà e comunque poi ci sarà il referendum. E invece non so perché ma io non riesco a esser tranquilla del tutto.
4) Nuova legge sulla par condicio che consenta fiumi di pubblicità elettorale in tv.
5) Banca d’Italia alla deriva…
Conto con apprensione i giorni ancora utili prima dello scioglimento delle Camere.

Cosa altro potrebbe servirci questo fine di legislatura? La politica in frantumi e sull’orlo di una crisi di nervi consente alla gerarchia ecclesiastica invasioni di campo assolutamente inaccettabili. Aspetto solo che ci dicano che nemmeno il matrimonio civile “è famiglia”. Perché colpire con tanto accanimento una delle poche istituzioni che ci rimangono? Limitare, escludere, negare sentimenti, vite vissute, amori, legami profondi, figli, amici, niente conta se non sia anche sacramento nel senso religioso del termine. Andiamo indietro, verso epoche buie.
Vorrei anch’io, “esplodere”. Vorremmo, molti di noi, esplodere. Spengo la diretta dalla Camera mentre un deputato leghista spiega a un’aula deserta la “svolta epocale” della devolution, con le regioni che hanno conquistato la “potestà esclusiva contro le invasioni dello Stato”. Una riforma “moderna che dobbiamo a uomini come Bossi e Calderoli che hanno saputo guidare l’aspirazione dei popoli italiani”.
Berlusconi è un uomo disperato. Ma ha ancora davanti a sé un po’ più di tre mesi di tempo, poi la campagna elettorale e infine, aprile. Ha tanti soldi da investire, tanto potere da distribuire. Non ne possono più, delle sue barzellette, gli amici e i beneficiati, figuriamoci noi che non abbiamo mai creduto nella sua capacità di governare. Saranno mesi molto difficili.

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