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Libertà e Giustizia

Newsletter del 10 novembre 2024

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La Casa Bianca, il Senato, la Camera, la Corte Suprema. I media, i social, i podcast. Gli Stati, le contee, le piccole città e le metropoli. Lo spazio. Donald Trump II sembrerebbe avere il controllo di ogni potere, essere nelle condizioni di fare tutto quello che vuole. Alcune affermazioni in proposito le ha già fatte nel discorso della vittoria pronunciato a braccio nelle prime ore di mercoledì 6 novembre, quando negli Stati Uniti d'America era notte fonda ma tutti erano in allerta. Il Grand Continent lo ha riportato quasi integralmente, con una piccola premessa. 

La cerimonia di insediamento alla Casa Bianca avverrà il 20 gennaio prossimo, ma il 26 novembre Trump è atteso in aula nel Tribunale di Manhattan, dove dovrà ascoltare un giudice determinare la sua condanna per il caso Stormy Daniels, di cui si è già dichiarato colpevole per aver falsificato documenti contabili, così da nascondere i versamenti all’attrice di film pornografici. I suoi legali potrebbero però chiederne e ottenerne la sospensione, perché il presidente possa svolgere i propri compiti senza impedimenti.

Trump è sotto processo anche per reati federali. Il primo, in corso a Washington, riguarda l’organizzazione di un complotto per ribaltare la sconfitta alle elezioni del 2020 e l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Il secondo contiene quaranta capi d’accusa per la sottrazione e la detenzione illegale di materiale classificato dopo aver lasciato la presidenza.

Politico.com ha scritto: «In breve, il presidente eletto è ora giudice e giuria di se stesso, protetto dalle conseguenze penali che avrebbe potuto affrontare senza il “campo di forza giuridico” dello Studio Ovale».

Che cosa ne sarà di queste e di altre accuse? 

Ma soprattutto, di qui al suo ritorno alla Casa Bianca, e poi nei quattro anni successivi, che succederà? Come declinerà le sue promesse? E come cambierà il vocabolario pubblico, l'agenda politica, le liturgie istituzionali di una distopia diventata realtà sotto i nostri occhi? 

 

Autoritarismo    Europa e Mondo   
Fahrenheit 2024: l’America rossa di Trump
di LORELLA BERETTA. Non è fantascienza. Trump vince nei podcast e in tutte le contee, cresce tra i ricchi e si proietta sui satelliti dell'amico Musk. Che partecipa ai vertici tra potenti. E non solo adesso. Per i Dem di tutto il mondo…
 
Autoritarismo    Europa e Mondo   
Déjà vu Trump, ma stavolta non solo tra gli ultimi
di ALFREDO ALIETTI. Voto rurale e voto urbano, centro e periferia, ricchi e poveri. Tutti hanno votato Trump e il suo "cambiamento nel passato”.
 
Autoritarismo    Europa e Mondo   
La grande illusione
di ELISABETTA RUBINI. Fasce di popolazione molto diverse tra loro unite, per la prima volta in maniera netta, dietro una figura messianica. È l'effetto del senso di impotenza che porta i cittadini a non agire per un cambiamento.
 
Autoritarismo    Giustizia   
Trump e il populismo autoritario
di DOMENICO GALLO. La mappa che esce dal voto del 5 novembre crea le condizioni perfette per attuare il Project 2025, il piano sulla concentrazione di poteri nell'esecutivo. Anzi, lo mette sin da subito in atto.
 
Autoritarismo    Diritti ambientali   
Per Trump l’ambiente è uno dei tanti impicci di cui liberarsi
di DANILO DE BIASIO. Il futuro per Trump è il petrolio. Lo ha detto chiaramente durante il suo discorso di vittoria di mercoledì notte. L'ambiente è solo un luogo dove impiantare tecnologie, che hanno bisogno di tanta energia.
 
Diritti ambientali    Europa e Mondo   
La lezione del fango di Valencia che i negazionisti non ascoltano
di DANIELA PADOAN. Anche se la presa di potere trumpiana pare aver tolto centralità alla gravità delle manifestazioni della crisi climatica, il disastro di Valencia si staglia come una premonizione del tracollo climatico e democratico che ci sta di fronte.
 
OGGI

"Tre mesi di sospensione per un’opinione" è il titolo dell’appello degli studenti del III Municipio di Roma in difesa di Christian Raimo, docente del liceo Archimede di Roma che ha citato Guerre stellari per riferirsi alle politiche del ministro dell’Educazione e del Merito Giuseppe Valditara: «Un bersaglio, va colpito come la Morte nera». Che il riferimento fosse a un bersaglio politico, non certo fisico, sta a dimostrarlo, oltre al buon senso, il fatto che il Ministro non abbia sporto denuncia e che la vicenda non sia stata consegnata al giudizio di terzi nelle opportune sedi legali. 

Benché l’affermazione sia stata pronunciata fuori da un’aula, nei pieni diritti di cittadinanza, l’Ufficio scolastico regionale del Lazio ha comminato a Raimo un surreale provvedimento disciplinare: tre mesi di sospensione dall’insegnamento con dimezzamento dello stipendio. Una censura incomprensibile, la cui portata intimidatoria colpisce al cuore quello che è, ancora, un diritto costituzionale: la libertà di parola. Con zelo degno di un regime, si è fatto valere il peso istituzionale di un esponente governativo su un cittadino inerme, tacciato di violenza quando dovrebbe invece essere difeso dalle minacce ricevute da gruppi neofascisti.

Libertà e Giustizia esprime solidarietà a Christian Raimo e invita a partecipare al presidio che si terrà oggi 10 novembre alle ore 17 in piazza Sempione a Roma, indetto dagli studenti e dalle studentesse dei licei Orazio, Aristofane, Nomentano e Bramante.

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