Newsletter del 15 dicembre
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Dopo l’ordinanza della Cassazione che ha definito ammissibile il referendum contro l’autonomia differenziata, serve il sì della Corte costituzionale. Pur nella speranza che prevalga il buon senso e il governo ritiri la legge, la battaglia va avanti: non solo per abrogare una legge sbagliata ma per affermare un positivo regionalismo solidale, orientato dalla Costituzione. Questo l’impegno di Libertà e Giustizia, insieme a tutte le associazioni che hanno dato vita al Comitato per il referendum. Ne scrivono Elisabetta Rubini e Gaetano Azzariti.
Come Libertà e Giustizia abbiamo aderito alla manifestazione contro il Decreto sicurezza che si è svolta ieri, 14 dicembre, a Roma, portando 100.000 persone in piazza nel sostanziale silenzio dei media. Un coro unanime per fermare un provvedimento che mira a restringere gli spazi di libertà, dissenso e conflitto sociale garantiti dalla Costituzione e a punire i più fragili e marginali, impedendo persino la protesta passiva e pacifica nelle carceri e nei centri per il rimpatrio. Con la Rete No ddl Sicurezza, chiediamo il ritiro di un provvedimento che disegnerebbe una svolta autoritaria e una lesione dello Stato di diritto: senza disobbedienza civile, senza conflitto, infatti, non ci sarebbe democrazia.
Per questo è importante guardare alle misure per l’ordine pubblico varate dai governi repubblicani – dalla delibera del 1950 che Piero Calamandrei chiamò «Dichiarazione dei diritti dello Stato di polizia» alla Legge Reale del 1975, fino al «niente di buono» annunciato da Paul Ginsborg nel 1977, quando il Pci si dichiarò favorevole a un massiccio restringimento delle libertà – come ci invita a fare Davide Conti in un articolo che vi proponiamo.
Di disobbedienza e democrazia abbiamo parlato anche in una recente lezione tenuta da Giuseppe Teri nell’ambito del Progetto Ri-Costituente rivolto alle scuole superiori, riandando alle rivoluzioni compiute da figure come Rosa Parks, Franca Viola, Danilo Dolci, Don Milani. |