Newsletter del 24 gennaio 2025
Gentile {name},
dopo aver chiesto il referendum abrogativo della legge 86 sull’Autonomia differenziata depositando un milione e trecentomila firme, raccolte dai comitati territoriali in un grande esercizio di partecipazione democratica, ci troviamo oggi a fare i conti con la decisione di inammissibilità del quesito referendario annunciata dalla Corte Costituzionale. In attesa del deposito della sentenza, possiamo fare due considerazioni, dalle quali derivano due impegni che saranno i punti cardinali dei prossimi mesi.
La prima considerazione, per quel che riguarda l’Autonomia differenziata, è che la precedente decisione della Corte, con la sentenza 192/2024, ha sancito il fallimento di fatto del progetto legislativo di spezzare l’Italia, alla cui incongruità e incoerenza si aggiunge un pesante giudizio di incostituzionalità. Sarà dunque necessario vigilare su un pasticcio che non può essere rappezzato e che non dovrà passare al vaglio del Parlamento, e contribuire all’affermazione di un regionalismo solidale – di natura “cooperativa”, come ha scritto la Consulta – orientato dalla nostra Costituzione.
La seconda considerazione è che la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibili il referendum sulla cittadinanza, per il cui ottenimento si chiede di dimezzare gli attuali dieci anni di residenza in Italia, equiparando finalmente la nostra legislazione a quella di altri Paesi europei, e i quattro referendum sul lavoro, altrettanto basilari per la nostra democrazia, promossi dalla Cgil. Su questi cinque “Sì” ci mobiliteremo, con le associazioni raccolte nella Via maestra, e chiederemo la mobilitazione necessaria a portare al voto venticinque milioni di cittadini. Un’impresa non solo possibile ma entusiasmante. Perché per difendere la democrazia bisogna praticarla.
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