Newsletter del 5 luglio 2025 a cura di Lorella Beretta
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«Gente che s’accomoda nelle piaghe della società, e s’arrangia in mezzo alle storture, che non ha niente da difendere e niente da cambiare»: Italo Calvino li aveva descritti così, ne "Il sentiero dei nidi di ragno", gli ignavi, coloro a cui manca lo spirito critico e l'istinto alla disobbedienza necessari per cambiare quelle storture. Convinti che sia fatica inutile.
Invece l'insubordinazione fa paura, ce lo dice chiaramente la legge sulla Sicurezza a cui il Governo ha messo la firma. Ce lo dicono i tentativi di irreggimentare il dibattito nelle scuole trasformando la pagella in una "fedina penale".
Fa paura perché funziona.
Questa settimana ce lo raccontano tre storie: quella di un richiedente asilo al quale un ospedale pubblico voleva negare il diritto alle cure sanitarie; quella di un presidente che in un'asssise di suoi pari non si piega al trasferimento di ingenti somme di denaro pubblico dal welfare agli armamenti (al warfare); e infine quella di un candidato che ha vinto alle primarie democratiche americane contro il gotha del partito. Questi ultimi due scatenando le reazioni irose, e le preoccupazioni, di Trump e dei suoi accoliti.
Da New York riceviamo il secondo dei reportage per Libertà e Giustizia di Elisabetta Raimondi che ha intervistato uno dei sindacalisti più importanti.
Non è “fatica inutile” nemmeno continuare a pretendere che abbia fine l’insopportabile massacro di Gaza - “stortura”, per riprendere Calvino, del diritto internazionale, della politica e delle nostre coscienze - unendoci agli appelli che nascono in tutto il mondo, come quello di 160 Ong per la revoca del blocco imposto dal governo israeliano all’ingresso di aiuti nella Striscia e il ripristino del coordinamento da parte delle Nazioni Unite.
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