I due presidenti neoeletti mettono le mani sulla Costituzione

I due presidenti neoeletti mettono le mani sulla Costituzione

Elezioni Le parole di La Russa e Fontana confermano che la Costituzione è gravemente a rischio. Magari anche con il concorso di quei 17 voti già andati in aiuto a La Russa.

Per essere una prima assoluta nella storia della Repubblica, la destra di governo parte secondo il costume antico, colluttando sulle poltrone. Dal totopresidenti sono usciti La Russa (FdI) e Fontana (Lega), eletti con 116 e 222 voti.

Persino a destra si poteva trovare di meglio. In specie, spetterà a La Russa sostituire il Presidente della Repubblica in caso di assenza o impedimento. Auguriamo all’occupante del Quirinale di godere ottima salute, e gli chiediamo di viaggiare il meno possibile, magari curando di esercitare le funzioni in remoto. Il momento più alto di questo avvio di legislatura è stato il discorso di Liliana Segre. Le sue parole ci hanno fatto intravedere l’Italia che avremmo voluto. I nomi dei neo-eletti ci danno la misura di quanto ne siamo oggi lontani, e di quanto può essere difficile ritrovarla. Un obiettivo affidato alle opposizioni, che fin qui non hanno dato prova di esserne all’altezza. I discorsi di investitura dei presidenti sono stati in ampia parte, e fisiologicamente, scontati: centralità del parlamento, rapporto maggioranza-opposizioni, ruolo di chi presiede l’assemblea, emergenze da affrontare. Ma qualche punto va sottolineato.

Fontana ha parlato in pieno stile leghista, per di più in salsa veneta. Parte con un “ringraziamento personale” a Bossi, che già può considerarsi inappropriato per un presidente di assemblea, ed è particolarmente significativo venendo a valle del “comitato del Nord”. Ha poi insistito fortemente sulle autonomie, ricchezza dell’Italia “da valorizzare nelle modalità previste e auspicate dalla Costituzione”. Il riferimento all’art. 116.3 e all’autonomia differenziata è trasparente. L’omologazione – leggi il potere nazionale che limita l’autonomia – è espressione di totalitarismo. L’Italia non deve omologarsi a realtà estere più monolitiche e a culture che non diversificano.

Tanto valeva far parlare Zaia. Il discorso di Fontana è palesemente squilibrato e di parte. Colpisce poi che la sola diversità che riconosce ed esalta è quella territoriale. Altre diversità, non meno importanti e costituzionalmente protette, non contano. Il cattivo giorno si vede dal mattino. E trova almeno in parte conferma nel discorso di La Russa. Per un verso scontato, come quello di Fontana, e invece significativo sulle riforme: modificare la Costituzione nella seconda parte, mentre la prima viene definita intangibile (tesi che legami tra le due parti dimostrano infondata); assemblea costituente o commissione bicamerale; volontà politica di riformare.

Anche La Russa meglio avrebbe fatto a tacere. Probabilmente pensa al presidenzialismo, ma non nega l’autonomia differenziata. E qui gioca anche il modo in cui è stato eletto. La non partecipazione dei forzisti al voto in Senato per l’errore di Berlusconi, sconfitto e colto nel vaffa, può solo indebolire la capacità contrattuale di Forza Italia nella rissa sui ministeri che ora è in agenda, consolidando la posizione della Lega. Poi, contano i nomi. Se ne parla molto con riferimento ai ministeri economici, cui guardano l’Europa e i mercati. Ma ci sono anche altri fronti.

Tra questi, si fa il nome della Stefani – leghista – per il ministero delle autonomie, che poco servirebbe pudicamente ribattezzare come ministero per gli affari regionali. Sarebbe grave se il ministro venisse da un partito che esplicitamente riprende come priorità la tutela degli interessi del Nord e la questione settentrionale. Preoccupazione accresciuta, nella specie, perché proprio la Stefani ha espresso la stagione peggiore dell’autonomia differenziata, ponendosi dichiaratamente al servizio delle pulsioni separatiste di Zaia & Co.

Le parole di La Russa e Fontana confermano che la Costituzione è gravemente a rischio. Magari anche con il concorso di quei 17 voti già andati in aiuto a La Russa. Renzi nega che ci siano anche i suoi, ma nessuno gli crede, anche per qualche segnale già dato alla destra. Sbaglia Cassese quando afferma che sono sufficienti gli argini posti alla revisione. E vorremmo poter essere d’accordo con Segre quando afferma che “Il popolo italiano ha sempre dimostrato grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica”.

Purtroppo, non è così. È almeno dal 1994 e dal I governo Berlusconi che una parte significativa del paese poco si riconosce nella Costituzione, cui paga un omaggio puramente verbale. Il voto del 25 settembre ne dà conferma. La Costituzione è oggi vicina più che mai ad essere stravolta.

www.editorialeilmanifesto.it,  15 ottobre, 2022

2 commenti

  • Analisi mediocre. La destra modificherà la costituzione. La detta sinistra ha ridotto la Carta costituzionale in carta igienica. Chi più si dimostra fascista massonico mafioso camorrista? Abbiamo una classe politica, interamente, fatti di pezzenti come Renzi e Letta. I fascisti raccolgono a man bassa per colpa di una becera classe di cialtroni. In questo martoriato paese il lavoro da strumento di emancipazione è diventato strumento di sottomissione. I neri morti sul lavoro quelli che chiamate morte bianche sono la conseguenza di una legislazione sul lavoro criminale. In questo cesso di paese giustizia scuola sanità, gestiti come feudi dalla mafia di Stato. Il popolo si misura con la globalizzazione mentre la mafia di Stato gestisce i feudi. Palermo sentenzia esserci stata trattativa Stato mafia. Balle? Lo Stato ha sempre trattato con la mafia. Il figlio di Bernardo Mattarella ha ripristinato la monarchia. L’informazione in questo sfacelo gioca un ruolo determinante. La piovra gestisce il Csm. In quel luogo trattano carriere e nomine delle procure. La destra fascista ha sempre collaborato con il potere. La strategia delle tensione aveva ideatori nella Nato. Usavano per fare il lavoro sporchi fascisti mafiosi massonici. La storia d’Italia è storia di mafia.

  • VOGLIAMO PROVARCI A TUTELARE LA COSTITUZIONE o ci basta lanciare l’allarme?

    “RE-AGIRE per non soccombere sotto la mediocrità,
    per riconciliare il Partito Democratico Progressista col suo popolo nel segno dell’azione riformatrice
    per per riportare l’astensionismo nel gioco democratico
    per fare della Costituzione “Patrimonio Popolare Intangibile”

    Si può fare! Con l’associazionismo culturale-politico-progressista che guidi la cosiddetta Società Civile all’esercizio congiunto e sinergico degli articoli 71 e 50 della Costituzione (come da art. 2 dello statuto di LeG), “realizzando”, una volta nella storia, quella Sovranità Popolare sempre astrattamente richiamata, perseguendo riforme, andando oltre appelli, commenti e lamenti.

    Anche se gli articoli citati, il 71, “proposta di legge di iniziativa Popolare” (LIP), e il 50, “petizione alle camere”, hanno nel tempo rivelato la loro debolezza nei confronti di parlamenti sordi ed arroganti, il loro esercizio congiunto e sinergico può dare ad essi un’efficacia importante e decisiva.

    In che modo? Una volta raggiunte le necessarie 60mila firme certificate (non proprio un’impresa impossibile), la LIP verrà inserita in una formale Petizione alle Camere, che recita: “Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi…” con l ‘invito alla semplice sottoscrizione, anche via web. Ma non è tutto…

    Per coinvolgere diversi gruppi sociali con diverse sensibilità e raggiungere più facilmente numeri imponenti, e poiché lo sforzo organizzativo è pressochè uguale, si lanceranno contemporaneamente non una, ma 3/4/5 LIP a comun denominatore progressista, in modo che 60mila cittadini possano firmarle tutte senza contorsioni contradditorie.

    Quali i temi più coinvolgenti e funzionali?

    1a) Oggi l’ambientalismo è obbligatoriamente sugli scudi, e una LIP per la “Cessazione del consumo di suolo agricolo”, sarebbe sicuramente accolta con partecipazione da quel movimento, spesso nelle piazze a manifestare o impegnato a pulire il mondo raccogliendo plastiche e rifiuti.

    2a) Il sindacato chiede da lustri una norma che regoli la “Rappresentanza”, e una LIP che soddisfi questa giusta richiesta, sarebbe sicuramente ben accolta e accompagnata nel suo percorso da quella grande forza organizzata.

    3a) La necessità di una buona “Legge elettorale che restituisca agli elettori il vero potere”, che non è quello di mettere una crocetta sul candidato scelto dal segretario, ma quello di concorrere alla scelta dei candidati alla propria rappresentanza, anche territoriale, è avvertita dalla generalità dell’elettorato, oggi quanto mai!
    (Il prof Pasquino, esperto della materia, suggerisce caldamente la scelta tra i sistemi francese o tedesco “senza correzione alcuna”, che funzionano molto bene da molte legislature.)

    Per i preoccupati difensori della Costituzione e per i fautori della sua attuazione, suggerirei 2 LIP:

    4a) “attuazione dell’articolo 49″, per riportare i partiti sulla buona strada della democrazia interna, e…

    5a) la sostituzione di quel che resta del Parlamento bicamerale dopo il taglio rozzo e brutale, cioè un monocameralismo di fatto diviso in due sezioni fotocopia mal funzionanti, con la “Riforma Monocamerale dei proff Ferrara, Rodotà e altri di livello” negli archivi della Camera dal 1985. Una riforma raffinata e puntuale, elaborata in scienza e coscienza da Persone competenti che avevano e hanno in stima la Costituzione e la centralità del Parlamento nella Repubblica Parlamentare, non per disprezzo, propaganda o risparmio di spesa, ma per razionalizzare la funzionalità di quella istituzione.
    (Con questa eccellente riforma, si otterrebbero anche 2 effetti collaterali importanti: la cancellazione dei nomi di Calderoli, Salvini, Di Maio & c. dall’elenco dei riformatori della Carta, ruolo e titolo di cui non sono degni nel modo più assoluto, e una riduzione di spesa di oltre 500 milioni l’anno.)

    Una volta raccolte le 60mila firme su tutte le LIP, esse verranno inserite nella stessa formale “Petizione alle Camere” con l’invito, attraverso ogni strumento disponibile, alla Cittadinanza sensibilizzata a sottoscriverla e a diffonderla.

    E’ ragionevolmente prevedibile un numero di firme tali da non poter essere ignorato da qualsiasi Parlamento…altrimenti resterebbe l’art 40 da esercitare nella forma del conclave laico…

    Ovviamente quanto sopra è solo una traccia a disposizione di chi più ne sa e più può, per valutazioni da farsi però, con spirito costruttivo, non demolitivo a prescindere, andando oltre preferenze personali, per ottenere risultati importanti per la collettività.

    Se questa RE-azione riuscirà, oltre le leggi proposte, “avremo fatto della Costituzione un patrimonio popolare blindato verso ogni ulteriore insulto”, ma aperto solo ad interventi in punta di cesello da chi ne avrà l’autorevolezza, per opportuni aggiornamenti con l’avallo della Cittadinanza!

    E offerto al mondo dell’astensione la possibilità di rientrare nel gioco democratico con entusiasmo…”

    Paolo Barbieri La Spezia

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