Voler difendere la pace non può essere considerata una colpa. Accusare l’ANPI e i suoi iscritti di essere “filo-putiniani” è infondato, inaccettabile e rappresenta un ingiustificabile attacco verso un’associazione che della riconquista e della difesa della democrazia ha fatto la ragione della sua esistenza. Non spetta a noi o ad altri dover spiegare cosa sia l’ANPI. La storia e il presente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia parlano chiaro.
Si possono avere posizioni e pareri differenti dall’ANPI. Ma un conto è il sano diritto di critica e la dialettica democratica che nessuno vuole mettere in discussione o far tacere. Altra cosa sono la sistematica denigrazione, la calunnia e il linciaggio, anche mediatico contro l’ANPI, i suoi dirigenti e i suoi iscritti con modalità incivili. Attacchi simili nelle ultime settimane hanno colpito anche intellettuali e giornalisti colpevoli di fare approfondimenti su questo terribile e disumano conflitto.
Non si può demonizzare chi – pur avendo chiaro chi è l’aggressore e chi l’aggredito, quindi le colpe e le responsabilità di questa guerra – invita a fare analisi.
L’ANPI da sempre svolge un ruolo centrale di garante dei principi fondanti della Costituzione nata dalla lotta al nazi-fascismo, dopo la Seconda Guerra Mondiale: e la nostra Carta condanna la guerra, tutte le guerre, come risoluzione delle controversie internazionali. Oggi l’ANPI ci ricorda con coraggio e determinazione i valori che ci hanno lasciato in eredità i padri della Costituzione e in coerenza sostiene la necessità di intervenire sulla guerra in Ucraina, non solo condannando da subito l’invasione criminale della Russia e riconoscendo il diritto di un popolo aggredito a difendersi, ma anche cercando di capire le ragioni e le cause di questo conflitto per individuare le soluzioni praticabili per far tacere le armi, fermare le stragi di civili e di soldati che, giorno dopo giorno, crescono sempre più con il pericolo di precipitare in una terza guerra mondiale tra potenze con arsenali nucleari.
L’ANPI, e anche noi della Rete Nobavaglio, di Articolo 21, di Libera Informazione, di Libertà e Giustizia e di Move On, così come tante realtà del mondo cattolico, del volontariato e del terzo settore, crediamo nel ruolo di pacificazione che dovrebbe essere svolto dalla diplomazia internazionale, dalla UE, dall’Onu e dal nostro Paese. La necessità di perseguire le strade della diplomazia, richiamata con forza dall’ANPI, prescinde dalle diverse letture sul confitto e dalla solidarietà alla popolazione ucraina. Dare voce e far sentire le ragioni della pace è fondamentale per quanti credono in un dialogo costruttivo per un futuro di pace tra i popoli e in un mondo migliore, a partire da chi, nella stessa Russia di Putin, oggi va incontro ad arresti e vessazioni per essersi opposto a questo conflitto.
Rete NoBavaglio, Articolo21, Libera informazione, Libertà e Giustizia, Move On
Il tentativo di far passare l’ANPI come filo Putiniano è ridicolo oltre che vergognoso. La guerra in Ucraina ci consegna una politica internazionale miope e deludente piuttosto che determinata a governare con lucida lungimiranza.