L’atomica non può essere un’opzione

01 Apr 2022

Fabrizio Tonello

Il prezzo delle pillole di iodio su Amazon è aumentato del 50% nell’ultima settimana. Si suppone che proteggano in caso di “evento radioattivo” scrive l’Economist. L’apocalisse atomico da tempo bussa alle nostre porte ma noi non vogliamo sentire. L’umanità è stata molto fortunata dal 1945 ad oggi, in particolare durante la crisi di Cuba nel 1962. Ciò che sta avvenendo in Ucraina ci ricorda che questo pianeta, con i suoi fiori, i suoi alberi, i suoi bambini che sorridono potrebbe finire in cenere. E poi, come diceva una canzone di Guccini, “Per mille secoli almeno noi non ci saremo”. La criminale aggressione di Putin all’Ucraina ci ha ricordato brutalmente che si tratta di una concreta possibilità. Sembra che, a Est e a Ovest, i governi stiano dimenticando che NESSUNO può vincere una guerra nucleare con decine di milioni di morti nei primi minuti del suo svolgimento.

Solitaria, si è levata la voce di Papa Francesco che ha definito “una pazzia” l’aumento delle spese militari deciso qualche giorno fa dal parlamento italiano. Solitaria, in un coro di voci che inneggiano alla guerra come fosse una bella avventura. Mai come oggi gli interessi dei governanti e quelli dei popoli sono stati lontani, opposti, con i primi, sonnambuli, impegnati in una “marcia della follia” verso l’abisso.

La nostra solidarietà va al popolo ucraino, agli uomini che muoiono, alle donne e ai bambini che fuggono. Accogliere i profughi, aiutarli concretamente è un imperativo morale (e questo vale anche per chi fugge dalle guerre in Siria, nello Yemen, in Africa). Ma la nostra solidarietà deve andare anche al popolo russo, trascinato in un conflitto fratricida da un dittatore irresponsabile. Occorre fermare al più presto la guerra, usare le armi della diplomazia e le sanzioni per un cessate il fuoco. Tacciano gli strateghi da poltrona, lavorino i mediatori, i diplomatici, gli uomini di buona volontà: dietro le quinte, com’è necessario in questi momenti.

Dobbiamo opporre la dignità delle parole di pace alla barbarie della guerra, richiamare tutti a un’etica della responsabilità. E avere fiducia: la storia ci insegna che il tempo dei dittatori è limitato, che prima o poi i popoli si ribellano. Accadrà anche a Mosca: Putin è un rigurgito del nazionalismo russo, il suo tempo sta per scadere.

Il Resto del Carlino, 27 marzo 2022

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