L’ipotesi di Berlusconi presidente della Repubblica non è accettabile, mi sento imbarazzata persino a discuterne, dopo tutto quello che ha fatto.
Lui non si arrende mai, lo sappiamo, e infatti non mi meraviglia che ci stia provando. Semmai c’è da meravigliarsi di quanti gli stanno intorno e considerano percorribile un’opzione del genere.
È questa la cosa ignobile: che qualcuno gli stia dando una sponda. In questo Paese c’è stata una classe dirigente di colpevoli e Berlusconi ne è chiaramente parte, con ombre irrisolte su cui tuttora indaga la Procura di Firenze, che si occupa delle stragi di mafia.
Ma che cosa ci vuole in Italia perché qualcuno sia escluso dalla comunità civile? Mi stupisco sempre della capacità di fantasia degli italiani.
Cara Sandra, ti meravigli che qualcuno gli dia sponda. Ma lascia perdere la sponda e parliamo della diga! La diga che doveva esserci e non c’è stata. La diga che dovevamo essere noi. Dove siamo finiti? La “società civile”: LeG, il manifesto, l’ANPI, i Girotondi, il popolo viola, LeU e affini… Non pervenuti. Avremmo dovuto alzare un argine di sdegno subito, due mesi fa; mettere l’Italia in fibrillazione, “non ci provare!”. E invece. La cittadella costituzionale è vuota, la Repubblica costituzionale è allo sbaraglio. E se viene eletto è proprio morta. Probabilmente non ci credeva neppure lui di affondare nel burro, campo libero. Che vinca o non vinca ha già vinto. Si è attaccato la Repubblica al paraurti e la trascina nel suo accattonaggio di voti, spettacolo orripilante.
E noi siamo qui a sperare che “non abbia i numeri”; che Renzi e i renzoidi di ogni risma facciano i bravi.