In un passo delle Lezioni americane Italo Calvino ha un’intuizione profetica sulla minaccia che incombe sul nostro presente. Una “epidemia esistenziale” sembra avere investito le relazioni umane alterando “l’uso della parola”. Una vera e propria “peste del linguaggio” che svuota le espressioni di ogni densità e “forza conoscitiva”, dissolvendole nell’anonimato di formule astratte e multiuso in cui si spegne “ogni scintilla che sprizzi dallo scontro delle parole con nuove circostanze”.
Straordinario lo sguardo-laser verso il futuro di questo testo di 36 anni fa, compreso nel ciclo di Lectures che Calvino avrebbe dovuto tenere all’Università di Harvard e aveva siglato prima di morire con il titolo Six memos for the next millennium. Ed è inevitabile che esso ci rimandi, nell’attuale congiuntura, al modo fluido e generico con cui vengono oggi trattati termini quali “popolo” e “populismo”.