Assalto alla Cgil, non possiamo tollerare questo fascismo

10 Ott 2021

Nadia Urbinati Consiglio di Presidenza Libertà e Giustizia

L’assalto dei non-vax contro le forze dell’ordine e la sede della Cgil a Roma ha le caratteristiche di un’azione squadrista. I partecipanti hanno chiaramente dimostrato (e non è la prima volta) di voler usare la violenza come linguaggio politico – un ossimoro, perché la violenza non parla e non fa parlare, interrompe ogni comunicazione civile. E’ contro la politica.

La logica no-vax, che abbiamo visto in azione a Roma, è paragonabile allo squadrismo, proprio perché strutturalmente anti-sistema e intollerante. E può essere furbescamente strumentalizzata da Forza Nuova, che lancia la parola d’ordine “prendiamoci Roma”. Le ragioni che portano i cittadini a seguire questa strada sono le più diverse: dall’insoddisfazione per condizioni di vita difficili allo scetticismo per le misure vaccinali e di certificazione. Quali che siano, non possono essere usata a pretesto giustificativo della violenza.

Non c’è né ingenuità né folclore in questo assalto squadrista. Che ha caratteristiche simili a quelle che i libri di storia ci raccontano sugli anni ’20 del secolo scorso – con passanti attoniti, camere del lavoro violate, sfida alle istituzioni (che allora si mostrarono purtroppo conniventi con il loro attendismo). E, soprattutto, la colpevole attitudine di quegli osservatori bonari e giustificazionisti: “si tratta di bravate”; “sono solo pochi esagitati”.

Non si giustifica la violenza mai, ma non la si giustifica soprattutto quando si fa mezzo di distruzione degli avversari e delle istituzioni, per alimentare un clima di paura. Queste “bravate” non sono bravate. E il fascismo non è mai, non riesce ad essere, “post”.

Quando Giorgia Meloni dice che i conti col fascismo li ha fatti perché la dittatura appartiene al passato, dice in sostanza che il fascismo di oggi è buono perché non è regime. Ma il fascismo non è solo un regime, e prima di essere un regime è ed è stato un’ideologia. Mai morta, scriveva Umberto Eco parlando di Ur fascismo. C’è nel fascismo un aspetto che trascende il tempo del Duce e la dittatura di ieri. C’è in esso un aspetto eterno, scriveva Eco.

Per esempio, il culto della violenza come azione vitale non semplicemente come ultima spiaggia o autodifesa; il disprezzo della diversità e dei diversi; l’intolleranza senza veli e sistemica; l’anti-sistema. Il fascismo si manifesta ogni volta che un evento come quello successo a Roma si manifesta: un evento che straccia la democrazia perché straccia le relazioni civili che non sono inerme pacifismo, ma dialettica politica libera e rispettosa degli altri.

Il fascismo di oggi come quello di ieri non è tollerabile. Non esiste un fascismo bonario.

Domani, 10 ottobre 2021

 

Politologa. Titolare della cattedra di scienze politiche alla Columbia University di New York. Come ricercatrice si occupa del pensiero democratico e liberale contemporaneo e delle teorie della sovranità e della rappresentanza politica. Collabora con i quotidiani L’Unità, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e con Il Sole 24 Ore; dal 2019 collabora con il Corriere della Sera e con il settimanale Left.

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