Andrà tutto male? A meno che…

29 Apr 2020

Voglio uscire dallo stupido e retorico ottimismo dell’”andrà tutto bene”.

Nulla è andato bene, fin dal primo momento, in questa strage che poteva essere evitata, e nulla lascia prevedere che possa andar bene in futuro, con gli attuali governanti (nazionali e locali).

Si cominciò bloccando i voli dalla Cina, senza capire che si poteva arrivare da lì anche facendo scali intermedi, e comunque che il virus aveva già circolato in tutto il mondo.

Scienziati ed autorità, anche internazionali, hanno mentito sapendo di mentire quando hanno detto che le mascherine e i tamponi non servivano, solo per nascondere il fatto che mancavano (della serie: “la volpe e l’uva”).

Questo Governo è stato esitante, tentennante e succube dei potentati economici fin dal primo manifestarsi della crisi. La mancata istituzione della zona rossa nella Val Seriana dovuta (come pare) alle pressioni degl’industriali locali è stata, oggettivamente, per le conseguenze che ha avuto, un crimine contro l’umanità. Le prime pseudo-chiusure (8-10 marzo) sono stati dei colabrodo; solo verso il 22, quando si sono chiusi i luoghi di lavoro, si tentato di fare qualcosa di serio, dopo aver inutilmente, per due settimane, colpevolizzato jogging e cani a spasso.

I risultati finora ottenuti sono appena all’inizio, e già non si parla altro che di riaprire. Riaprire cosa: le casse da morto, i cimiteri, i forni crematori? In Cina Wu Han (dopo un vero “lockdown” durato due mesi) ha riaperto quando il contagio è sceso a zero. Noi dovremmo attendere giugno, ci dicono gli scienziati, per ottenere analogo risultato. Invece tutti hanno fretta di “ripartire” prima perché, si dice demagogicamente, “la gente è stufa di stare a casa”. Ma dall’ospedale si esce quando si è guariti, non quando si è stufi di starci.

Col virus ci conviva Zaia, se gli piace tanto l’idea, ma “a casa sua” (come amano dire i suoi). E se ci sono troppi che fanno i furbi e riaprono con le auto-dichiarazioni fasulle, si reprimano gli abusi, impiegando le forze armate se occorre, invece di assecondarli.

La ripartenza prematura non porterà altro che ad un riesplodere dell’epidemia, con ulteriori catastrofiche conseguenze per l’economia stessa. Ai problemi economici si provveda con aiuti statali, al limite stampando moneta, come fece il governo militare alleato nel 1943-45 con le “AM-lire”: ci fu un po’ d’inflazione, ma siamo sopravvissuti lo stesso. L’importante è assicurare la produzione agricola, garantendo la sopravvivenza alimentare, se del caso impiegando la manodopera lasciata libera da altri settori, e distribuendo anche gratuitamente le derrate agl’indigenti. Questi mesi ci hanno insegnato che gran parte dei nostri consumi, salvo il cibo, sono assolutamente superflui e se ne può fare benissimo a meno. E comunque dopo la guerra gli stabilimenti industriali erano distrutti perché bombardati, e ci siamo ripresi egualmente. Stavolta sono fisicamente intatti: si accontentino di quello!

Non mi attendo niente di buono da questo Governo e da queste Regioni (salva, forse, la Campania: evviva De Luca!) per il prossimo futuro. Temo che esista un disegno di impronta neo-liberista, che attraversa tutto l’Occidente (poche nazioni, infatti, hanno da insegnarci qualcosa, tranne la Germania: quasi tutti gli altri hanno fatto peggio di noi) volto a sfruttare l’occasione propizia per liberarsi di un gran numero di soggetti deboli e anziani così da risparmiare sulla spesa sociale (previdenza e sanità). Del resto le prime dichiarazioni di Boris Johnson era quasi una confessione, sul punto.

Insomma: se si prosegue così, e con questi gestori, andrà tutto male. Ma non voglio concludere senza un briciolo di speranza. Di fronte alle nuove stragi di massa che ci attendono, di fronte alla prospettiva di un succedersi di reiterate ondate epidemiche, con continui e rinnovati “stop and go” di misure emergenziali e di loro alleggerimento senza mai arrivare al contagio zero, ma che vedranno sempre più limitati, in via permanente, i diritti dei cittadini, auspico una sollevazione della scienza e della medicina.

Parlino forte e chiaro gli scienziati onesti che collaborano col Governo, e minaccino di dimettersi se i loro avvertimenti resteranno inascoltati. E i medici, prime vittime della strage, che già hanno levato la loro voce contro le insufficienze della Regione Lombardia, giungano fino a minacciare lo sciopero se i loro sforzi e i loro sacrifici compiuti finora saranno resi vani dalla speranza di qualche punto di PIL in più. Evocando quel che scriveva De Gaulle nel 1940, quando invitava i Francesi alla resistenza contro gli invasori, anche oggi siamo in pericolo di morte: lottiamo tutti per salvarci!

 

*L’autore è socio del Circolo LeG di Firenze, ex magistrato, ex funzionario parlamentare.

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