Lunedì prossimo, 24 febbraio, è il giorno della grande mobilitazione per Julian Assange, il 48enne fondatore di WikiLeaks attraverso cui sono stati rivelati anche crimini di guerra statunitensi. E’ questa la data fissata per l’udienza cruciale in vista del verdetto di primo grado della giustizia britannica sulla domanda di estradizione negli Stati Uniti, presentata con l’accusa di spionaggio, reato che -per la prima volta- prende di mira non una spia e neppure un cittadino Usa, ma un giornalista australiano.
Ieri, intanto, alla Bbc, ha parlato John Shipton, padre del fondatore di Wikileaks, dicendo che estradare il figlio negli Usa equivarrebbe a “una condanna a morte”. E infine, il Cantone Ginevra potrebbe chiedere alla Confederazione di rilasciare un visto umanitario per il 48enne fondatore di WikiLeaks. Promotore della richiesta il granconsigliere verde, Jean Rossiaud, che ha confermato di aver incontrato il consigliere di Stato di Ginevra, Mauro Poggia, come annunciato oggi dalla televisione della Svizzera tedesca Srf.