Diciassette anni di tolleranza e l’onda nera rialza la testa

Diciassette anni di tolleranza e l’onda nera rialza la testa
Diciassette anni di tolleranza sono un tempo infinito: puoi organizzarti, procurarti pistole e fucili, intrecciare rapporti, reclutare militanti. Puoi incubare il virus nazista e armare la follia della razza ariana, e tenerla lì, in un garage. Pronta a esplodere.
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Forse pochi se lo ricordano, ma un Movimento nazionalsocialista dei lavoratori – di hitleriana memoria (acronimo: Nsab, “National Sozialistiche Arbeiter Bewegung”) – , in Italia esiste dal 2002: l’ha fondato un commerciante 57enne, Pierluigi Pagliughi, che nel 2004 si è candidato alle elezioni a Nosate, in provincia di Milano.
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Ha preso voti ed è entrato in consiglio comunale. Altro giro due anni dopo a Belgirate (Verbano- Cusio- Ossola): e così i neonazisti, nei due Comuni, sono diventati quattro. I primi nazionalsocialisti eletti in un’ istituzione europea dal dopoguerra.
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Possibile? Sì. È bastato infilarsi nelle pieghe della legge, che vieta la ricostituzione del partito fascista, ma non di quello nazista. I militanti del Nsab distribuiscono volantini con scritto «Il nome di Hitler sarà luce nell’oscurità», «Olocausto, 6 milioni di vittime: citazione Pinocchio», «Gli ebrei affamano i popoli». Anche se l’anno scorso due camicie brune sono state condannate a tre mesi – tre mesi – per odio razziale, la sigla è rimasta attiva. Dietro, si muovono giovani militanti e professionisti in età matura. Come la “cellula” di Enna, come quelle di Siena e Torino.
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Perché si permette l’esistenza di un partito nazionalsocialista che si richiama a Hitler e ai suoi deliri? È avvilente scoprire che, diciassette anni dopo, a 1.460 chilometri di distanza, spunta un clone che nel frattempo ha fatto il salto di qualità, armandosi e lavorando a collegamenti con gruppi stranieri.
A furia di tollerarli, continuando a dire che il fascismo non esiste, il neonazismo men che meno, figuriamoci l’antisemitismo, li stiamo invogliando a rialzare la testa e a uscire allo scoperto.
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La Repubblica, 29 novembre 2019

1 commento

  • Continuo a credere che repressione ideologica poliziesca e giudiziaria, sarebbe un grande favore a Salvini e c. Diversamente per i reati che fossero messi in atto sotto quelle bandiere.

    Le vie per un contrasto efficace e senza effetti collaterali, sono una Democrazia ben funzionante, e la cultura, a partire dalla educazione civica alla Democrazia fin dalla scuola dell’obbligo.

    Paolo Barbieri, socio circolo di La Spezia

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