Desta seria preoccupazione, per la sua gravità, la risoluzione appena approvata dal Parlamento Europeo, effetto di una semplificazione storica che può essere facilmente smentita dai nostri studenti di storia e senza nemmeno bisogno di ricorrere a uno storico di professione.
Con il pretesto dell’anniversario (1939-2019), con un colpo di scena degno di un allestimento cinematografico, la verità pubblica della seconda guerra mondiale viene riscritta: il patto di non belligeranza firmato nel 1939 diviene il punto di inizio di una guerra (come se esso non fosse già inscritto dentro una complessità degli eventi che è ben nota a tutti) in cui i sovietici non avrebbero contribuito a liberare ma ad assoggettare l’Europa. Gli alleati che hanno sconfitto il nazifascismo e poi firmato il trattato di Yalta scompaiono. Chi si ricorderà più che Churchill, Roosevelt e Stalin erano alleati e combattevano dalla stessa parte?
L’indignazione dinanzi a questo testo non è ideologica. Non si tratta evidentemente di simpatizzare per il comunismo, di distinguere tra i totalitarismi buoni e quelli cattivi. Si tratta invece di riconoscere che la storia non può essere falsificata, ciò che invece fa questa risoluzione, che è una riscrittura, questa sí ideologica, ispirata da una parte dei paesi europei e accolta dagli altri senza nemmeno l’onore delle armi, la discussione, il rifiuto di firmare uno sconcio ideologico fino a farlo diventare addirittura la “memoria storica” dell’Unione Europea. La difesa della storia, e quindi del dissenso sulle sue interpretazioni, è la regola minima di ogni paese democratico. Non si può votare un’interpretazione storico-ideologica e a maggioranza dichiarare la verità. La democrazia opera nel mondo dell’opinione e per questo si esprime con il conteggio dei voti. Non ha per questo senso mettere ai voti la legge gravitazionale. Come non ne ha mettere ai voti l’interpretazione della nostra storia europea e decidere a maggioranza quale essa sia. L’attitudine democratica preserva la storia perché ne riconosce la complessità e, soprattutto, conosce quanto l’uso ideologico della storia (nascosto dietro l’ufficialità dal potere politico) sia stato proprio uno dei fondamenti dai quali partire per conoscere i totalitarismi. Dunque è un’inquietudine democratica quella che si leva dinanzi a una risoluzione così ideologica.
E ciò è tanto più necessario in tempi in cui l’uso ideologico della storia diventa un’arma potente a disposizione dei populismi e dei regimi autoritari a cui tutte le tradizionali culture politiche europee dicono di guardare con preoccupazione.
L’oggetto di questa risoluzione non è soltanto l’evento puntuale cui si riferisce ma, dichiaratamente, la riconfigurazione della memoria europea (si intitola proprio così: “Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa”). Rappresenta cioè l’ennesimo atto di trasformazione e re-istituzionalizzazione dell’identità profonda delle istituzioni europee. Un po’ come avviene da tempo in Italia, dove l’evento fondatore dell’antifascismo è stato prima equiparato al fascismo e, negli ultimi tempi, oggetto di un rovesciamento per cui sono i valori dell’antifascismo ad essere guardati con sospetto e richiedere perfino giustificazione.
È la fragile identità europea ciò che viene ancora una volta messa in risalto e sfruttata. Grazie, come troppe volte succede, al compiacente supporto di quel PD che, votando a favore di questa risoluzione, ha di fatto accettato di riscrivere in negativo la propria storia, cancellando in un attimo l’eredità di uno dei partiti del quale è erede, il Partito Comunista Italiano, che ha tra l’altro contribuito non solo a liberare il nostro paese dal nazifascismo ma anche a scrivere quella Costituzione della Repubblica italiana nel cui nome si identifica. Che cosa diranno gli amici democratici da ora in poi? Diranno che vivono in un paese la cui Costituzione è il riflesso del totalitarismo?
Viene da credere che il vero obiettivo polemico di questa risoluzione non è il totalitarismo, ma la democrazia. E dalla capacità di resistere alla trasformazione forzata della nostra memoria condivisa ne va del futuro dell’Europa. L’unica cosa vera, in una vicenda che è piena di menzogne, è proprio quel titolo. Riscrivere la memoria è voler condizionare il futuro. E ogni futuro fondato su una memoria votata a maggioranza da un parlamento falsificatore non sarà mai uno spazio di cultura civica democratica.
23 settembre 2019
visto le premesse di precedenti posizioni Europee sulle dittature,
A. considerando che gli storici concordano sul fatto che non sono possibili interpretazioni assolutamente oggettive dei fatti storici e che non esistono narrazioni storiche oggettive; che, tuttavia, gli storici professionisti utilizzano strumenti scientifici per studiare il passato sforzandosi di essere quanto più possibile imparziali,
B. considerando che nessun organo o partito politico detiene il monopolio sull’interpretazione della storia e che tali organi e partiti non possono proclamarsi oggettivi,
C. considerando che le interpretazioni politiche ufficiali dei fatti storici non dovrebbero essere imposte attraverso decisioni a maggioranza dei parlamenti; che un parlamento non può legiferare sul passato,
D. considerando che un obiettivo fondamentale del processo di integrazione europea è di assicurare in futuro il rispetto dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto e che gli articoli 6 e 7 del trattato sull’Unione europea costituiscono idonei meccanismi per il conseguimento di questo obiettivo,
E. considerando che le interpretazioni distorte della storia possono alimentare politiche esclusiviste fomentando quindi l’odio e il razzismo,
F. considerando che le memorie del tragico passato dell’Europa devono essere mantenute vive, in modo da onorare la vittime, condannare i colpevoli e porre le basi di una riconciliazione basata sulla verità e la memoria,
G. considerando che in Europa, nel corso del XX secolo, milioni di persone sono state deportate, incarcerate, torturate e assassinate da regimi totalitari e autoritari; che, tuttavia, occorre riconoscere l’unicità dell’Olocausto,
H. considerando che l’esperienza storica dominante dell’Europa occidentale è stata il nazismo e che i paesi dell’Europa centrale e orientale hanno vissuto sia l’esperienza del comunismo che del nazismo; che occorre promuovere la comprensione del duplice retaggio dittatoriale di tali paesi,
I. considerando che, fin dall’inizio, l’integrazione europea è stata una risposta alle sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia nazista, che ha portato all’Olocausto e all’espansione dei regimi comunisti totalitari e antidemocratici nell’Europa centrale e orientale, nonché un mezzo per superare profonde divisioni e ostilità in Europa attraverso la cooperazione e l’integrazione, ponendo fine alle guerre e garantendo la democrazia sul continente,
J. considerando che il processo di integrazione europea ha avuto successo e ha creato a un’Unione europea comprendente paesi dell’Europa centrale e orientale che hanno vissuto sotto regimi comunisti dalla fine della Seconda guerra mondiale ai primi anni “90, e considerando che le precedenti adesioni di Grecia, Spagna e Portogallo, paesi oppressi per lungo tempo da regimi fascisti, hanno contribuito a garantire la democrazia nel Sud dell’Europa,
Considerato che non conosco una Nazione assoggettata al regime Comunista che si possa considerare libera e democratica;
Giusto la considerazione dell’Europa sulle realtà comuniste dei vari Paesi
M. considerando che è altre sì importante ricordare coloro che si sono attivamente opposti al giogo totalitario e che dovrebbero trovare il loro posto nella coscienza degli europei come eroi dell’epoca totalitaria per la loro dedizione, la fedeltà agli ideali, l’onore e il coraggio,
N. considerando che nell’ottica delle vittime è ininfluente quale regime li abbia privati della libertà oppure torturati o uccisi per un pretesto qualsiasi,
1. esprime rispetto per tutte le vittime dei regimi totalitari e antidemocratici dell’Europa e rende omaggio a coloro i quali hanno combattuto contro la tirannia e l’oppressione;
Giusto queste premesse acquisite dal Sito del Parlamento Europeo, la critica và posta sulla scarsa comprensione da parte della Francia e dell’Inghilterra sula momento storico che stavano vivendo.
Naturalmente è stato omesso che Enri Ford e il capitalismo Americano ammiravano la capacita di Hitler e di Mussolini nella gestione dei propri paesi, i camion usati dai Tedeschi nelle loro manovre militari erano prodotti da aziende di proprietà Americane.
Ritengo che questi siano le gravi omissioni del documento criticato.
del rest:
– vista la decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio, del 28 novembre 2008, sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e xenofobia mediante il diritto penale(1) ,
– vista la risoluzione 1481 dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, del 25 gennaio 2006, relativa alla necessità di una condanna internazionale dei crimini dei regimi totalitari comunisti,A. considerando che gli storici concordano sul fatto che non sono possibili interpretazioni assolutamente oggettive dei fatti storici e che non esistono narrazioni storiche oggettive; che, tuttavia, gli storici professionisti utilizzano strumenti scientifici per studiare il passato sforzandosi di essere quanto più possibile imparziali,
Mi pare necessario la possibilità di comprendere meglio i comportamenti di tutti i soggetti coinvolti nella seconda guerra mondiale.
Eugenio
Equiparare comunismo e nazismo equivale a colpevolizzare Gesù perché in Suo nome si fecero crociate con tante stragi relative. Grazie non mi ero accorto che si era arrivati a tanto.